Pagine

12/03/13

Toponomastica femminile



Anche i nomi delle nostre strade e delle nostre piazze contribuiscono a creare la cultura di un popolo, definendone le figure storiche degne di memorabilità. Ma se tali figure illustri sono quasi sempre maschili, quali le conseguenze nella percezione delle persone?
Su Facebook è stato creato un gruppo dal titolo 'Toponomastica femminile' nato "con l'idea di impostare ricerche, pubblicare dati e fare pressioni su ogni singolo territorio affinché strade, piazze, giardini e luoghi urbani in senso lato, siano dedicati alle donne per compensare l'evidente sessismo che caratterizza l'attuale odonomastica (branca della toponomastica)".
Il gruppo ha già raccolto numerosi documenti suddivisi per area geografica, non solo di ricerche ma anche di buone pratiche attivate in tal senso, come quella delComune di Pianezza (TO) la cui Giunta l'anno scorso si era impegnata a «dedicare le prossime tre vie pianezzesi a donne che si sono distinte per il loro impegno e la propria attività negli ambiti della cultura, della società e della politica» e «a proseguire con il progetto di sensibilizzazione della cittadinanza e di promozione delle figure femminili di rilievo, ad esempio attraverso l’intitolazione di strade, giardini, musei ed altri edifici pubblici, portando un valore aggiunto al miglioramento della società e della cultura, prevalentemente sul territorio pianezzese o piemontese».
Dopo l'Operazione Womenpedia lanciata dall'UDI nel 2010, ecco dunque un'altra interessante iniziativa nell'ambito della creazione di una cultura non discriminante. «Le donne sono state occultate, dimenticate, cancellate dall’arte, dalla letteratura, dalla filosofia perché la storia dell’umanità è scritta e descritta quasi esclusivamente da uomini –scriveva l'UDI invitando a intervenire su Wikipedia per arricchire anche con fonti del sapere femminile la storia della cultura, scritta e raccontata dagli uomini–. In questa storia le donne hanno solo il ruolo di personaggi delineati dalla mente maschile e mai di soggetti che creano, scrivono e progettano, nonostante testi, ricerche, scoperte delle donne occupino ormai interi scaffali di librerie e biblioteche».
Non solo la storia, dunque, ma anche la toponomastica potrebbe diventare maggiormente inclusiva nei confronti delle donne.
«Nell’Italia preunitaria prevalevano i riferimenti ai santi, a mestieri e professioni esercitate sulle strade e alle caratteristiche fisiche del luogo –si legge nella descrizione del gruppo 'Toponomastica femminile–. In seguito, la necessità di cementare gli ideali nazionali, portò a ribattezzare strade e piazze dedicandole a protagonisti, uomini, del Risorgimento e in generale della patria; con l’avvento della Repubblica, si decise di cancellare le matrici di regime e di valorizzare fatti ed eroi, uomini, della Resistenza. Ne deriva un immaginario collettivo di figure illustri esclusivamente maschili. Chiediamo che tutte le Giunte comunali, sulla scia di qualche buona pratica in corso, correggano la palese discriminazione in atto».

Nessun commento: