Il Tribunale di Roma, con un provvedimento ai sensi della Legge 67/06 ["Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazione",], ha ordinato al Comune di Roma e all'Azienda ATAC [la società dei trasporti della Capitale, ] la cessazione dei comportamenti discriminatori nei confronti della minore Arianna Amoroso, affetta anche da disabilità motoria.
Con questo provvedimento del 22 ottobre scorso, si è ottenuto finalmente che entro un anno dalla notifica dell'Ordinanza, l'ATAC dovrà dotare di pedane tutte le linee che esplicano il servizio nei luoghi vicino alla residenza della minore. E inoltre si è stabilito che, sempre nello stesso termine, il Comune installi servoscala a piattaforma ribaltabile nelle stazioni della metropoolitana non fornite di ascensore.
Questa iniziativa è stata mirata a garantire il diritto all'inclusione sociale della minore, troppo spesso costretta a rimanere a casa quando i suoi amici con l'autobus o con la metropolitana facevano semplici passeggiate oppure andavano al cinema ovvero al teatro. E questo provvedimento altro non rappresenta che l'ennesima lezione di Arianna a tutti i Sindaci di Roma che dal 1971 - anno di entrata in vigore della prima legge sull'abbattimento delle barriere - hanno programmato la citta facendo finta che lei - e ovviamente tutte le persone con disabilità motorie croniche o momentanee - non esistesse.
Questa vittoria di Arianna è anche, naturalmente, una prima vittoria per tutti quei disabili, anziani, genitori con passeggini o carrozzine, persone con i carrelli della spesa o semplici "pigroni" che, con l'attuazione del provvedimento, potranno cominciare a spostarsi per Roma senza la paura o la certezza di non poter superare uno scalino.
La Legge 67/06 concede un potere ristretto al singolo, in quanto, per agire, dev'esserci una legittimazione certa, concreta e reale. A tal riguardo, avrebbe difettato di questi requisiti la richiesta di una ragazza disabile di 15 anni che avesse manifestato un interesse su linee dell'autobus da lei non frequentate.
Pensando poi alla necessaria "non genericità dell'azione", bisogna ricordare che un Giudice non ha poteri illimitati, ma deve pronunciarsi su quanto espressamente chiesto. Pertanto la domanda dev'essere specifica e non generica. A tal proposito, quindi, dev'essere postulato - prima della richiesta generica di discriminazione - il dato specifico, l'elemento particolare della discriminazione (ad esempio il marciapiede di Via... al civico..) e successivamente va specificato il tipo di intervento architettonico richiesto, la fattibilità specifica di esso e infine, ma solo infine, la rimozione dello stesso, la creazione del particolare accorgimento e la successiva condanna per discriminazione.
L'Ordinanza prodotta dal Tribunale di Roma parla infatti di «oggettiva lesione dei valori della personalità umana costituzionalmente protetti» e cita sia la Legge 67/06 sulla discriminazione, sia la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, e ha prescritto a Roma Capitale e alla Società di Trasporto ATAC di «costruire, entro un anno, gli ascensori nelle stazioni della metropolitana dove ciò sarà tecnicamente possibile», stabilendo anche che «tutti i mezzi di superficie circolanti sulle linee vicine all'abitazione della persona ricorrente siano dotati di piattaforma di salita e discesa»
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