Il
processo di fotosintesi è un meccanismo attraverso il quale le
piante non solo assorbono anidride carbonica dall’aria, generando
al suo posto dell’ossigeno, ma compiono anche una continua
trasformazione di sostanze inorganiche in sostanze organiche,
producendo gli zuccheri, che sono gli elementi nutritivi
fondamentali, situati alla base della piramide alimentare. Tutta la
catena sovrastante di organismi, nella quale ci troviamo anche noi,
poggia su queste fondamenta: le specie viventi traggono il loro
sostentamento dal lavoro di trasformazione fatto dalle piante, che
convertono l’energia solare in glucosio ed ossigeno. Entrambi sono
indispensabili per la continuazione della vita sul Pianeta.
Attualmente la specie Homo Sapiens sta distuggendo ogni anno 13
milioni di ettari di foreste che compiono queste funzioni essenziali.
Le piante, grazie all’assorbimento di anidride carbonica,
concorrono anche a mitigare l’aumento di temperatura creato
dall’effetto serra. Le foreste primarie che oggi stanno
progressivamente scomparendo sono la culla della biodiversità,
che è un altro elemento fondamentale per la prosecuzione della
vita. Tagliare le foreste è un’azione priva di ogni senso
logico: come tante altre, esiste perchè porta degli utili
nelle casse di speculatori privi di scrupoli, che a loro volta sono
motivati da una domanda di mercato che tutti noi consumatori
concorriamo a creare.
Le
foreste sono tra i principali serbatoi di carbonio del Pianeta:
quando esse vengono abbattute e il suolo viene destinato ad altro
uso, il carbonio viene rilasciato nell’atmosfera e l’aumento di
concentrazione concorre all’incremento dell’effetto serra. Questo
effetto si somma al mancato assorbimento che le piante non sono più
in grado di svolgere. Anche gli incendi dolosi che vengono appiccati
intenzionalmente per poi accaparrarsi le superfici distrutte
contribuiscono ad aumentare i gas serra: in totale, il fenomeno della
deforestazione e quello degli incendi sono responsabili per una quota
del 20% delle emissioni globali di anidride carbonica.
Nonostante
l’impegno delle istituzioni e degli organismi intergovernativi, la
pressione per lo sfruttamento di nuovi territori è altissima;
le ultime rilevazioni da satellite che riguardano il semestre tra
l'agosto del 2012 e il febbraio del 2013 ci restituiscono un dato
allarmante: in Amazzonia, cuore verde del nostro Pianeta, la
deforestazione è aumentata del 26% rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente. In questo solo semestre sono andati
distrutti 1.695 kmq di foresta, pari alla metà della
superficie della Vale d’Aosta. L’area di foresta primaria non
disturbata da attività umane continua a diminuire. I programmi
di rimboschimento messi in atto dalla Cina, dall’India e dal
Vietnam, che hanno contribuito a limitare il danno, si concluderanno
putroppo nel 2020: secondo l’ultimo rapporto FAO di valutazione
delle risorse forestali mondiali, senza interventi decisi per
prendere misure efficaci e permanenti, si rischia che il fenomeno di
perdita netta di foreste ed il livello di emissioni di carbonio
abbiano un brusco peggioramento con il termine di questi programmi.
Gabriele
Porrati
Progetto
Cambiamo
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