Completa la vela in mezzo al mare
e lascia navigare il cuore.
Non trascurare il cielo e i pianeti,
accetta la sfida tra giorno e giorno,
come guerriero ebbro di luce e gloria.
Sai intravedere dove nasce il mattino,
dietro il mare o alle stelle dietro?
La mia nave ha lasciato il porto
verso un autunno più dolce,
già acqua salata di mare frangeva su vergini scogli.
Ho trascorso la vita a coltivare
mimose e viole in melmose paludi,
timorosa di oltrepassare il ruvido e il vento.
Talvolta spiaggia esitante tra i muri della paura
e la pietrosità dell’incomprensione.
Mi appartiene quell’ossessione superficiale,
in grado di osservare allo specchio,
la fuliggine inquinare le sorgenti della bellezza.
Miraggio di cuore capovolto,
forma di inquietudine riflessa,
quando il pensiero sterile si allontana nel vuoto.
Ma il dolore sui detriti di roccia
non attenua lo stupore,
agli echi delle montagne
si unisce il canto nelle valli.
(Adriana Scanferla)
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