“L’Universo non giudica: cospira a favore di ciò che desideriamo. Perciò il guerriero ha il coraggio di guardare le ombre della propria anima, e si domanda se non stia chiedendo qualcosa di sbagliato per se stesso. E presta sempre grande attenzione a ciò che pensa.” PAULO COELHO
28/05/12
27/05/12
Scelta d'amore
Essere omosessuali significa dover sfidare e sconfiggere molti nemici. Visibili o subdolamente nascosti, anche interiorizzati. Sono battaglie che agli eterosessuali, addosso ai quali sono cuciti su misura diritti e tutele di questo Paese, vengono da sempre risparmiate. E dalle quali, spesso, si esce feriti. O vittoriosi. Paola Concia è riuscita ad abbattere tanti muri, a partire da quelli che lei stessa aveva eretto. E, soprattutto, a "non essere schiacciata dalla riprovazione sociale". Quella che oggi è considerata la paladina dei diritti Glbt in Parlamento, un tempo si era convinta di essere malata. "Malata di omosessualità" e, come tale, anormale.
"La vera storia dei miei capelli bianchi" è il racconto di una donna lesbica che accetta se stessa e, giorno dopo giorno, arriva a battersi perché anche gli altri la accettino e, soprattutto, la rispettino a prescindere dal suo orientamento sessuale. Scritta con Maria Teresa Meli, giornalista del Corriere della Sera (per Mondadori), non è semplicemente la biografia dell'unica deputata lesbica (dichiarata) del Parlamento italiano. E' il racconto in cui si potranno identificare quei ragazzi e ragazze che si sforzano, quasi sempre senza successo, di soffocare la loro omosessualità e che, di fronte alla condanna della società nei confronti di un orientamento sessuale "diverso", iniziano a credere di essere sbagliati. E' anche una guida al coming out, un manuale alla sopravvivenza alle facili sentenze emesse (gratuitamente)
da bigotti e omofobi e, soprattutto, uno stimolo a rimboccarsi le maniche per far sì che il nostro possa diventare un Paese a misura anche di gay e transessuali......
.......Questo è un libro dedicato soprattutto ai giovani. "Il 30% dei ragazzi che si suicida è composto da omosessuali", ricorda nel capitolo dedicato al suo coming out. "Vogliamo che l'Italia sia un Paese migliore per loro". Ma un pensiero viene rivolto anche ai meno giovani e agli eterosessuali: "Ci auguriamo che lo leggano, perché possano capire. A loro chiediamo di interrogarsi: sarebbe possibile soffocare l'eterosessualità?"......
fonte; la republica.it
La lettera che il padre ha inviato a Paola e Ricarda il giorno del loro matrimonio. Un esempio per tutti!
Cara Ricarda ed Annapaola,
Solo voi potete sapere quanto é stato duro, difficile ed anche doloroso arrivare a questo giorno di felicità.
Purtroppo io non saró con voi ma ci saranno fratelli e nipoti che vi faranno sentire l’affetto che meritate.
Già da domani tornerete ad affrontare l’intolleranza e in qualche caso addirittura l’odio per chi ha fatto una scelta di amore. Un amore diverso ma non per questo meno intenso e meno puro.
Ho oltre 80 anni e neanche per me é stato facile capire e d accettare fino in fondo. Ma quello che voglio dirci é né a me né ad altri che dovete rendere conto, ma solo l’una all’altra. Perché il diritto di amarvi é scritto più in cielo che in terra. “In paradiso i matrimoni non ci sono ma l’amore si”.
Benvenuta tra noi Ricarda. Per me sarai una figlia, sorella degli altri miei figli e come loro ti amerò.
Paola voglio ringraziarti per avermi donato ancora a questa mia tarda età la voglia di ribellarmi all’ingiustizia.
Auguri Papà
Solo voi potete sapere quanto é stato duro, difficile ed anche doloroso arrivare a questo giorno di felicità.
Purtroppo io non saró con voi ma ci saranno fratelli e nipoti che vi faranno sentire l’affetto che meritate.
Già da domani tornerete ad affrontare l’intolleranza e in qualche caso addirittura l’odio per chi ha fatto una scelta di amore. Un amore diverso ma non per questo meno intenso e meno puro.
Ho oltre 80 anni e neanche per me é stato facile capire e d accettare fino in fondo. Ma quello che voglio dirci é né a me né ad altri che dovete rendere conto, ma solo l’una all’altra. Perché il diritto di amarvi é scritto più in cielo che in terra. “In paradiso i matrimoni non ci sono ma l’amore si”.
Benvenuta tra noi Ricarda. Per me sarai una figlia, sorella degli altri miei figli e come loro ti amerò.
Paola voglio ringraziarti per avermi donato ancora a questa mia tarda età la voglia di ribellarmi all’ingiustizia.
Auguri Papà
Ludwig Feuerbach
Quanto più si estende la grande conoscenza dei buoni libri,
tanto più si restringe la cerchia degli uomini di cui ci è gradita
la compagnia (Ludwig Feuerbach)
Ludwig Andreas Feuerbach (Landshut, 28 luglio 1804 – Rechenberg, 13 settembre 1872) è stato un filosofo tedesco tra i più influenti critici della religione ed esponente della sinistra hegeliana. (it.wikipedia)
23/05/12
Notte di Stelle
Il mare che ci circonda, il sole che ci dà vita, la luna e le stelle che brillano nel cielo sono vere ricchezze. Sono tesori senza tempo e ci sono stati regalati per ricordarci a ogni istante la magia dell’esistere, sono la testimonianza di un mondo pieno di miracoli, e basta guardarsi intorno per realizzare i sogni.....

Margherita Hack : Notte Di Stelle
Un libro che riporta alla vita il cielo che le troppe luci delle nostre città hanno oscurato tra scienza e poesia.
22/05/12
Addio a una vista
Addio a una vista -
Non ce l'ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.
Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.
Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.
Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta come se tu vivessi ancora bella
come era.
Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.
Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
sul tronco rovesciato d’una betulla.
Rispetto il loro diritto
a sussurrare, ridere
e tacere felici.
Suppongo perfino
che li unisca l'amore
e che lui stringa lei
con il suo braccio vivo.
Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.
Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.
Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro
ora nere.
Una cosa non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza ci
rinuncio.
Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.
Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.
Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.
Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta come se tu vivessi ancora bella
come era.
Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.
Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
sul tronco rovesciato d’una betulla.
Rispetto il loro diritto
a sussurrare, ridere
e tacere felici.
Suppongo perfino
che li unisca l'amore
e che lui stringa lei
con il suo braccio vivo.
Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.
Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.
Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro
ora nere.
Una cosa non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza ci
rinuncio.
Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.
20/05/12
Isee e la disabilità
riporto un interessante articolo scritto da Raffaello Belli
sul sito http://www.avitoscana.org/?q=node/57
Poiché il Governo e le Regioni stanno insistendo sul fatto di applicare l'Isee per le prestazioni assistenziali ai disabili, può essere utile chiarire alcune questioni.In primo luogo va ricordato che il co. 1 dell'art. 1 del Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109 ribadisce che l'Isee non si applica all'indennità di accompagnamento. In proposito può essere utile ricordare che durante i lavori parlamentari di quella che poi è diventata la legge n. 18 del 1980 sull'indennità d'accompagnamento, l'onorevole D'Amelio sostenne che l'indennità d'accompagnamento deve essere concessa “indipendentemente dall'eventuale reddito di cui godano gli invalidi, poiché l'inabilità è già di per sé una penalizzazione”. Il punto non ha alcun valore giuridico vincolante per il legislatore in tema di Isee. Però vale sicuramente come precedente. Nel senso che nel Parlamento, a suo tempo, ci fu concordia sul fatto che la disabilità è uno svantaggio tale da compensare qualsiasi valutazione in tema di Isee.Va poi menzionato che, quando si parla di Isee, di solito lo si applica ai disabili che hanno un reddito superiore al minimo vitale o, qualche volta, al doppio di tale minimo vitale. In proposito ci sono due questioni da rilevare.La prima riguarda il fatto che, ammesso e non concesso che le persone normodotate possano sopravvivere con il cd. “minimo vitale”, questo non è assolutamente possibile per chi ha una grave disabilità. I costi di questa sono infatti enormi, e fanno sicuramente una differenza molto significativa rispetto al minimo vitale. Non tenere conto di questo fatto significa o non conoscere per niente la materia o non essere in buona fede.Inoltre l'applicazione dell'Isee in relazione al minimo vitale crea una discriminazione fra disabili e normodotati, e quindi viola l'art. 3 della Costituzione, oltre a contrastare con la legge n. 67 del 2006. Il fatto è che una persona normodotata con un reddito mensile diciamo così “normale” a fine 2007, e cioè intorno a € 1.000, si trova a poter spendere tutta questa somma per le proprie normali esigenze di vita. Viceversa, applicando il discorso del minimo vitale e dell'Isee, una persona disabile, che lavora e che ha lo stesso reddito mensile ipotetico di € 1.000 del compagno di lavoro, si trova a dover spendere una parte significativa di tutto ciò per le spese connesse con la disabilità.In altre parole, la persona disabile svolgerebbe lo stesso lavoro del collega normodotato e percepirebbe la stessa retribuzione, però nella realtà si troverebbe a disposizione, per le proprie normali esigenze di vita, una somma nettamente inferiore. La questione sarebbe costituzionalmente legittima nel caso, quasi sempre ipotetico, di un reddito mensile di parecchie migliaia di euro, nel qual caso le spese per la disabilità non inciderebbero in maniera significativa sulle esigenze normali di vita. Ma, negli usuali casi di un reddito normalissimo, l'applicazione del minimo vitale e dell'Isee ai disabili viola chiaramente l'art. 3 della Costituzione, e contrasta con la legge n. 67 del 2006, perché li costringe ad usufruire di un reddito effettivo nettamente inferiore a quello di una persona normodotata, che svolge lo stesso lavoro.C'è poi un'altra questione davvero decisiva.Sotto alcuni profili costituzionali si può dire che potrebbe essere legittimo applicare l'Isee ai disabili.Infatti il principio di eguaglianza garantito dal co. 1 dell'art. 3 della Costituzione, impone di regolamentare in maniera ragionevolmente diversa situazioni oggettivamente diverse. E non c'è dubbio che la situazione di un ipotetico disabile che dovesse avere un reddito mensile di € 20.000, sarebbe sicuramente diversa da quello di un'altra persona, con la stessa disabilità, costretta a sopravvivere con la miseria della pensione d'invalidità. Inoltre l'Isee sulla disabilità potrebbe essere legittimo perché l'art. 38 della Costituzione prevede l'assistenza sociale soltanto per chi è in stato di bisogno.Oltre al fatto che è ampiamente discutibile ciò che si può intendere per “stato di bisogno” (e sicuramente, in tema di disabilità, non si può ricondurlo al “minimo vitale”), il punto chiave è che la normativa nazionale in tema di Isee e disabilità cozza con il principio di ragionevolezza imposto dal co. 1 dell'art. 3 della Costituzione.Detta normativa prevede un quoziente maggiore per il calcolo dell'Isee nel caso di presenza di una persona con handicap, dunque, sotto questo profilo, è rispettato il precetto costituzionale di regolamentare in maniera diversa situazioni oggettivamente differenti.Il punto è che il precetto costituzionale sull'uguaglianza non è interamente soddisfatto se ci si limita a regolamentare in maniera differente situazioni oggettivamente diverse. Cioè a dire che la Costituzione impone il fatto che la diversità di trattamento (di situazioni differenti) deve essere ragionevole. Si tratta di una questione così importante che questo della ragionevolezza è uno dei parametri maggiormente utilizzati dalla Corte costituzionale nelle proprie decisioni.L'importanza di questo parametro si può capire meglio con questo esempio. L'astensione retribuita dal lavoro per i dipendenti per gravidanza e parto, chiaramente, spetta alle donne e non agli uomini. Ma questo non basta per soddisfare il principio di eguaglianza. Se detto permesso retribuito fosse di un solo giorno (quello del parto) oppure durasse 10 anni, sarebbe illegittimo in ambedue i casi, perché, appunto, irragionevole.E' chiaro che è molto discutibile stabilire la linea di confine precisa tra ciò che è ragionevole e ciò che non lo è. Tant'è vero che è stato scritto che, quando viene utilizzato il parametro della ragionevolezza, il giudizio di legittimità della Corte costituzionale si avvicina di più a quello di merito. Ed ecco perché la Corte, molto spesso dice ciò che non è ragionevole, aggiungendo che spetta al legislatore stabilire con precisione dove porre la linea di confine.Ciononostante, pur non potendo sempre stabilire con precisione ciò che è ragionevole sotto il profilo della legittimità, ci sono dei casi in cui la non ragionevolezza della diversità del trattamento è macroscopica. A parere di chi scrive, uno di questi casi è l'applicazione dell'Isee alle prestazioni assistenziali destinate ai disabili.Infatti i decreti legislativi in materia prevedono un quoziente maggiore in presenza di una persona disabile, attribuendo 0,8 punti in più. Il fatto è che questo quoziente è stabilito in maniera tale per cui il maggior costo derivante dalla disabilità viene equiparato alla presenza in famiglia di 1.6 figli in più. Viceversa, chi conosce, anche in maniera non troppo approfondita l'argomento disabilità, capisce benissimo che i maggiori costi ad essa legati sono molto, ma molto maggiori. Ad esempio, si può ragionevolmente sostenere che, per adempiere al precetto costituzionale di garantire a tutti la concreta possibilità di esercitare le libertà inviolabili e di non limitarsi alla mera sopravvivenza fisica, in presenza di un handicap grave i maggiori costi, anche soltanto per le prestazioni di assistenza personale, possono essere equivalenti a quelli che si devono sostenere quando ci sono da mantenere 10 figli. Viceversa l'attuale normativa per l'Isee ai disabili fissa detto maggiore costo in 1,6 figli.Dunque, anche sotto questo profilo, va sostenuto che detta normativa è costituzionalmente illegittima.Seguendo questo ragionamento risulterebbe sostenibile che, portando il quoziente per la disabilità maggiorato, ad esempio, a 5 punti, allora l'Isee sui disabili diventerebbe costituzionalmente legittimo. Sotto questo profilo la conclusione potrebbe essere corretta. Sennonché, utilizzando un quoziente pari a 5, l'Isee diventerebbe applicabile a pochissimi disabili, forse a 1 su 100.000. E sarebbe irragionevolmente costoso, e quindi in contrasto anche con il principio costituzionale (art. 97) di buon andamento ed efficienza della pubblica amministrazione, sottoporre centinaia di migliaia di cittadini disabili al controllo dell'Isee, per poi poterlo applicare soltanto a qualcuno di loro.
La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità anche su Facebook
sul sito http://www.avitoscana.org/?q=node/57
Poiché il Governo e le Regioni stanno insistendo sul fatto di applicare l'Isee per le prestazioni assistenziali ai disabili, può essere utile chiarire alcune questioni.In primo luogo va ricordato che il co. 1 dell'art. 1 del Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109 ribadisce che l'Isee non si applica all'indennità di accompagnamento. In proposito può essere utile ricordare che durante i lavori parlamentari di quella che poi è diventata la legge n. 18 del 1980 sull'indennità d'accompagnamento, l'onorevole D'Amelio sostenne che l'indennità d'accompagnamento deve essere concessa “indipendentemente dall'eventuale reddito di cui godano gli invalidi, poiché l'inabilità è già di per sé una penalizzazione”. Il punto non ha alcun valore giuridico vincolante per il legislatore in tema di Isee. Però vale sicuramente come precedente. Nel senso che nel Parlamento, a suo tempo, ci fu concordia sul fatto che la disabilità è uno svantaggio tale da compensare qualsiasi valutazione in tema di Isee.Va poi menzionato che, quando si parla di Isee, di solito lo si applica ai disabili che hanno un reddito superiore al minimo vitale o, qualche volta, al doppio di tale minimo vitale. In proposito ci sono due questioni da rilevare.La prima riguarda il fatto che, ammesso e non concesso che le persone normodotate possano sopravvivere con il cd. “minimo vitale”, questo non è assolutamente possibile per chi ha una grave disabilità. I costi di questa sono infatti enormi, e fanno sicuramente una differenza molto significativa rispetto al minimo vitale. Non tenere conto di questo fatto significa o non conoscere per niente la materia o non essere in buona fede.Inoltre l'applicazione dell'Isee in relazione al minimo vitale crea una discriminazione fra disabili e normodotati, e quindi viola l'art. 3 della Costituzione, oltre a contrastare con la legge n. 67 del 2006. Il fatto è che una persona normodotata con un reddito mensile diciamo così “normale” a fine 2007, e cioè intorno a € 1.000, si trova a poter spendere tutta questa somma per le proprie normali esigenze di vita. Viceversa, applicando il discorso del minimo vitale e dell'Isee, una persona disabile, che lavora e che ha lo stesso reddito mensile ipotetico di € 1.000 del compagno di lavoro, si trova a dover spendere una parte significativa di tutto ciò per le spese connesse con la disabilità.In altre parole, la persona disabile svolgerebbe lo stesso lavoro del collega normodotato e percepirebbe la stessa retribuzione, però nella realtà si troverebbe a disposizione, per le proprie normali esigenze di vita, una somma nettamente inferiore. La questione sarebbe costituzionalmente legittima nel caso, quasi sempre ipotetico, di un reddito mensile di parecchie migliaia di euro, nel qual caso le spese per la disabilità non inciderebbero in maniera significativa sulle esigenze normali di vita. Ma, negli usuali casi di un reddito normalissimo, l'applicazione del minimo vitale e dell'Isee ai disabili viola chiaramente l'art. 3 della Costituzione, e contrasta con la legge n. 67 del 2006, perché li costringe ad usufruire di un reddito effettivo nettamente inferiore a quello di una persona normodotata, che svolge lo stesso lavoro.C'è poi un'altra questione davvero decisiva.Sotto alcuni profili costituzionali si può dire che potrebbe essere legittimo applicare l'Isee ai disabili.Infatti il principio di eguaglianza garantito dal co. 1 dell'art. 3 della Costituzione, impone di regolamentare in maniera ragionevolmente diversa situazioni oggettivamente diverse. E non c'è dubbio che la situazione di un ipotetico disabile che dovesse avere un reddito mensile di € 20.000, sarebbe sicuramente diversa da quello di un'altra persona, con la stessa disabilità, costretta a sopravvivere con la miseria della pensione d'invalidità. Inoltre l'Isee sulla disabilità potrebbe essere legittimo perché l'art. 38 della Costituzione prevede l'assistenza sociale soltanto per chi è in stato di bisogno.Oltre al fatto che è ampiamente discutibile ciò che si può intendere per “stato di bisogno” (e sicuramente, in tema di disabilità, non si può ricondurlo al “minimo vitale”), il punto chiave è che la normativa nazionale in tema di Isee e disabilità cozza con il principio di ragionevolezza imposto dal co. 1 dell'art. 3 della Costituzione.Detta normativa prevede un quoziente maggiore per il calcolo dell'Isee nel caso di presenza di una persona con handicap, dunque, sotto questo profilo, è rispettato il precetto costituzionale di regolamentare in maniera diversa situazioni oggettivamente differenti.Il punto è che il precetto costituzionale sull'uguaglianza non è interamente soddisfatto se ci si limita a regolamentare in maniera differente situazioni oggettivamente diverse. Cioè a dire che la Costituzione impone il fatto che la diversità di trattamento (di situazioni differenti) deve essere ragionevole. Si tratta di una questione così importante che questo della ragionevolezza è uno dei parametri maggiormente utilizzati dalla Corte costituzionale nelle proprie decisioni.L'importanza di questo parametro si può capire meglio con questo esempio. L'astensione retribuita dal lavoro per i dipendenti per gravidanza e parto, chiaramente, spetta alle donne e non agli uomini. Ma questo non basta per soddisfare il principio di eguaglianza. Se detto permesso retribuito fosse di un solo giorno (quello del parto) oppure durasse 10 anni, sarebbe illegittimo in ambedue i casi, perché, appunto, irragionevole.E' chiaro che è molto discutibile stabilire la linea di confine precisa tra ciò che è ragionevole e ciò che non lo è. Tant'è vero che è stato scritto che, quando viene utilizzato il parametro della ragionevolezza, il giudizio di legittimità della Corte costituzionale si avvicina di più a quello di merito. Ed ecco perché la Corte, molto spesso dice ciò che non è ragionevole, aggiungendo che spetta al legislatore stabilire con precisione dove porre la linea di confine.Ciononostante, pur non potendo sempre stabilire con precisione ciò che è ragionevole sotto il profilo della legittimità, ci sono dei casi in cui la non ragionevolezza della diversità del trattamento è macroscopica. A parere di chi scrive, uno di questi casi è l'applicazione dell'Isee alle prestazioni assistenziali destinate ai disabili.Infatti i decreti legislativi in materia prevedono un quoziente maggiore in presenza di una persona disabile, attribuendo 0,8 punti in più. Il fatto è che questo quoziente è stabilito in maniera tale per cui il maggior costo derivante dalla disabilità viene equiparato alla presenza in famiglia di 1.6 figli in più. Viceversa, chi conosce, anche in maniera non troppo approfondita l'argomento disabilità, capisce benissimo che i maggiori costi ad essa legati sono molto, ma molto maggiori. Ad esempio, si può ragionevolmente sostenere che, per adempiere al precetto costituzionale di garantire a tutti la concreta possibilità di esercitare le libertà inviolabili e di non limitarsi alla mera sopravvivenza fisica, in presenza di un handicap grave i maggiori costi, anche soltanto per le prestazioni di assistenza personale, possono essere equivalenti a quelli che si devono sostenere quando ci sono da mantenere 10 figli. Viceversa l'attuale normativa per l'Isee ai disabili fissa detto maggiore costo in 1,6 figli.Dunque, anche sotto questo profilo, va sostenuto che detta normativa è costituzionalmente illegittima.Seguendo questo ragionamento risulterebbe sostenibile che, portando il quoziente per la disabilità maggiorato, ad esempio, a 5 punti, allora l'Isee sui disabili diventerebbe costituzionalmente legittimo. Sotto questo profilo la conclusione potrebbe essere corretta. Sennonché, utilizzando un quoziente pari a 5, l'Isee diventerebbe applicabile a pochissimi disabili, forse a 1 su 100.000. E sarebbe irragionevolmente costoso, e quindi in contrasto anche con il principio costituzionale (art. 97) di buon andamento ed efficienza della pubblica amministrazione, sottoporre centinaia di migliaia di cittadini disabili al controllo dell'Isee, per poi poterlo applicare soltanto a qualcuno di loro.
La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità anche su Facebook
19/05/12
Equiseto
La Coda Cavallina è un ottimo alleato per le vostre ossa! Ebbene si! Si chiama proprio così questa pianta : Coda di cavallo (dal latino equi=cavallo crine=coda), conosciuta anche come Equiseto (Equisetum arvense) e dalle sue caratteristiche fisiche, si capisce bene il perché. Non ha né fiori né semi e i suoi rami sottili assomigliano ai crini dei cavalli.
Fa parte della famiglia delle Equisetaceae. I suoi usi curativi risalgono ai tempi greco-romani quando veniva già usata per curare i problemi renali.
La sua azione diuretica è riconosciuta nella medicina moderna anche per le infezioni del tratto urinario: l'erba favorisce l'escrezione di urina.
La sua proprietà principale è il suo alto contenuto di silice, elemento indispensabile per la sintesi delle fibre di collagene presente nella cartilagine. La carenza di silicio nell'organismo infatti causa una riduzione del collagene che tiene insieme le molecole della nostra cartilagine. Un basso tasso di silicio causa la demineralizzazione dell'osso e di conseguenza l'osteoporosi, per questo l'equiseto può essere un valido aiuto per la salute delle ossa e per curare anche unghia e capelli.
Questa pianta ha anche un alto contenuto di carbonato di calcio, solfato di potassio, magnesio, ferro, manganese, da qui la sua ottima azione remineralizzante.
E' vero allora che la coda cavallina mantiene le nostra ossa robuste più che con il calcio del latte?
Sembrerebbe proprio di sì come conferma una dichiarazione sul Newsweek di Walter Willet, capo della Scuola di Salute Pubblica dell'Università di Harvard. La ragione starebbe nel rapporto tra il calcio e l'aumento di acidità provocato dalla digestione delle proteine animali, come rivela uno studio tedesco
pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition . Per resistere alla rarefazione delle ossa quindi... equiseto per forza!
Anche se per uno scheletro in salute dovrete valutare bene insieme al vostro medico i fattori alimentari, comportamentali, ormonali e legati al sistema immunitario oltre ad una sana attività fisica, dal jogging al nuoto purché regolare e moderato.
E con l'aiuto di un buon erborista potete scegliere di assumere l'equiseto in opercoli (da reperire anche qui ), in tintura madre (1- 4 ml, 3 volte al giorno) oppure optare per una buona tisana due volte al giorno. Per fare un ottimo decotto fate bollire per una decina di minuti 20 g di foglie essiccate di equiseto, potete utilizzarlo anche per uso esterno facendo impacchi e lavaggi su piaghe o afte.
Ovviamente fare attenzione alla posologia ed evitare l'assunzione per usi prolungati controllando bene le controindicazioni soprattutto se avete patologie particolari o assumete farmaci.
17/05/12
Il lupo della steppa
....Egli non fu mai lieto in nessuna mattinata della sua vita, non ha mai fatto nulla di bene prima di mezzogiorno. Solo durante il pomeriggio si scaldava lentamente e diventava vivo, soltanto verso sera, nelle giornate buone, diventava fecondo, attivo, persino ardente e lieto. Per questo aveva bisogno di solitudine e indipendenza. Nessuno ha mai avuto bisogno più profondo di essere indipendente. Da giovane quando era ancora povero e faceva fatica a guadagnarsi il pane preferiva soffrire la fame e andare in giro stracciato pur di salvare un brano della sua indipendenza. Non si è mai venduto per denaro, non si è mai dato alle donne o ai potenti, e mille volte ha buttato via e rifiutato quello che secondo tutti sarebbe stato il suo bene. Capitò a lui ciò che capita a tutti, quel che cercava con ostinazione egli lo raggiunse ma più di quanto sia bene per l'uomo. Ciò che dal principio fu il suo sogno di felicità divenne in seguito il suo amaro destino. L'uomo avido di potere incontra la sua rovina nel potere, l'uomo bramoso di denaro nel denaro, e così il lupo si rovinò con l'indipendenza, a metà egli la raggiunse e divenne sempre più indipendente, ma raggiunta la libertà s'accorse a un tratto che la sua libertà era morte, che era solo, che il mondo lo lasciava in pace, che gli uomini non lo riguardavano più né lui riguardava se stesso.....
dal libro: Il lupo della steppa di Hermann Hesse
15/05/12
I Figli
I Figli di Kahlil Gibran:
E una donna che stringeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli
Ed egli rispose:
Sono lo strumento perfetto del divino: l’espressione vivente forgiato dal suo unico "pensiero".
E i figli sono le risposte che la vita dona ad ognuno di noi.
Sono loro l’essenza del vostro sorriso.
Sono sangue e carne della vostra carne
ma non il vostro sangue e la vostra carne.
Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa.
Attraverso di voi giungono, ma non da voi.
E benché vivano con voi, non vi appartengono.
Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono stati scoccati in avanti.
È l’Arciere che guarda il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
Poiché come ama egli il volo della freccia, così ama la fermezza dell’arco.
Parlaci dei Figli
Ed egli rispose:
Sono lo strumento perfetto del divino: l’espressione vivente forgiato dal suo unico "pensiero".
E i figli sono le risposte che la vita dona ad ognuno di noi.
Sono loro l’essenza del vostro sorriso.
Sono sangue e carne della vostra carne
ma non il vostro sangue e la vostra carne.
Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa.
Attraverso di voi giungono, ma non da voi.
E benché vivano con voi, non vi appartengono.
Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono stati scoccati in avanti.
È l’Arciere che guarda il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
Poiché come ama egli il volo della freccia, così ama la fermezza dell’arco.
13/05/12
La Voce della mamma
per ricordare oggi la festa della mamma
Basta una nuvola in cielo
a nascondere il sole,
bastano poche parole
a ferire. Non basta una vita
a fare tutto il bene possibile.
Basta la voce della tua mamma
a illuminare la casa;
una stella nel cielo
ad annunziare ch’è sera,
un piccolo fiore sul prato
a dire che fra poco arriva
la splendida primavera
(Massimo Grillandi)
10/05/12
Dieci domande a Monti
Egregio presidente del Consiglio,
più passa il tempo e più crescono i miei dubbi, che solo alcune risposte chiare e nette potrebbero fugare. Facciamo finta che sia un’intervista, tanto so già che non riceverò una risposta immediata, mi basterebbe, in fin dei conti, vedere che i fatti riescono a mettere in fuga le paure. E dunque, ecco le domande…
1 – Come pensa che le famiglie delle persone con disabilità possano affrontare un eventuale ulteriore carico di spesa, in caso di riduzione delle agevolazioni sinora previste? Con quali risorse economiche?
2 – Come mai ritiene sensato che ci sia un leggero beneficio nel pagamento dell’Imu solo per quelle famiglie in cui vivono persone non autosufficienti, ma più giovani di 26 anni? Lei ritiene che al compimento del ventiseiesimo anno, improvvisamente, la disabilità sparisca?
3 – Perché nella riforma del lavoro non ha pensato di inserire in modo ragionato e nuovo l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità? Per caso pensa che sia tutto a posto? Ha una vaga idea di quante siano le persone disabili senza lavoro?
4 – Non crede che sia il caso di interrompere il piano straordinario di controlli dell’Inps sulle certificazioni di invalidità che, dati alla mano, si è rivelato un clamoroso fiasco, con notevole spesa pubblica e percentuali altissime di ricorsi (vinti dalle persone disabili)?
5 – Come pensa di controllare per davvero l’efficacia in Italia della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità? Con un osservatorio senza poteri e che non si sa neppure quando e se viene convocato? A proposito: lei l’ha mai letta?
6 – Come ritiene di valorizzare il percorso di istruzione delle persone con disabilità, premessa minima per costruire dei cittadini alla pari, se nel frattempo la scuola riduce tempi e numeri del sostegno, e aumenta invece il numero degli alunni per classe, mentre diminuiscono i fondi per garantire i servizi di appoggio? Oppure anche lei ritiene che il modello italiano di integrazione scolastica sia superato, e si debba tornare alle scuole speciali, magari camuffate dalle tecnologie?
7 – Le faccio un piccolo test: lei, caro premier, ha una vaga idea di che cosa si intenda per “vita indipendente”? Domanda di riserva: le dice niente la legge 162? E se le dico la sigla “Lea”, o “Liveas”, si accende qualche lampadina? Le lascio qualche giorno per consultarsi con i “tecnici”.
8 – Visto che sui numeri lei indubbiamente è forte, mi spiega in che modo i Comuni dovrebbero far fronte alle spese per i servizi destinati alle persone con disabilità, se nel frattempo i fondi stanziati dallo Stato, attraverso le Regioni, sono stati tagliati dell’85 per cento?
9 – Non crede che l’ansia e l’angoscia di tante famiglie, che addirittura decidono di scendere in piazza, e di manifestare pubblicamente, siano un motivo sufficiente per ripensare, seriamente, alle misure di welfare che il suo Governo, peraltro sulla scia del precedente, sta prendendo? Che cosa dovrebbe succedere di peggio?
10 – Sinceramente non l’ho mai sentita neppure lontanamente accennare al tema della disabilità e dei diritti di cittadinanza delle persone con disabilità in Italia. Capisco che non è un tema nelle sue corde, ma mi piacerebbe sapere che idea se ne è fatta, di questo mondo. Crede che i disabili italiani siano un peso, un fardello costoso, oppure una risorsa da valorizzare, un mondo da esplorare?
Caro Monti, non voglio metterla in difficoltà. Però ci pensi: sono domande semplici, persino banali per chi vive sulla propria pelle questi problemi. Stiamo parlando di tre milioni di italiani, più le famiglie. Come diceva il maestro Manzi, non è mai troppo tardi. Grazie per l’attenzione. Buon lavoro…
fonte: Vita.it
06/05/12
Oltre
La ragazza con le ali prese i suoi tre passi prima di volare,li percorse con respiri profondi come brividi.
L'uomo col cappello, dimenticò finalmente la pioggia, e guardò il cielo,
oltre la striscia davanti agli occhi.
L'uomo dagli occhi di ghiaccio, si accorse del fascino rosso del fuoco,
e cadde assieme alle sue lacrime.
La donna vestita di bianco, trafisse l'anima coi colori del sangue, tutti, tranne il rosso,
tinsero la sua pelle.
La bambina scalza, contò i piccoli sassi sulla strada, avevano lo stesso numero dei suoi passi, scheggiati.
Tutti, in un solo momento, si accorsero che oltre le loro porte chiuse,
non c'erano strade già battute, ma percorsi da inventare, da costruire,con l'essenza dei propri inganni, col sapore dei propri peccati, coi frammenti dei propri errori.
Niente risultava inutile, di quella nuova sensazione, ogni goccia, era per se,
appartenente ad un'identità, finalmente.
Identità.
Nemmeno gli eroi avrebbero più fatto finta di tenerla nascosta.
Non c'erano più parole a penetrare i nervi, se non per rafforzarli,tesi, come il vento.
Una forza nuova.
Senza nessun pregiudizio, scevro da considerazioni scadute come codici vecchi, striscianti.
Pugni chiusi.
A stringere quel nulla di cui s'intesse il desiderio ardente, il motivo a continuare.
L'uomo col bastone si chinò per batterlo per terra.
Tre volte.
Era giunto il tempo del tuono e la tempesta.
-- Roberto Di Nardo (fonte)
05/05/12
La Disabilità non è un Mondo a Parte
La Disabilità Non è Un Mondo A Parte, ma una Parte del Mondo!
Sabato 12 maggio si terrà a Roma una manifestazione allo slogan di La disabilità non è un mondo a parte, ma una parte del mondo, per riportare l'attenzione sulla disabilità, senza falsi pietismi.
Dopo il corteo dal Colosseo alle Terme di Caracalla, al quale parteciperanno associazioni, cooperative, centri diurni, famiglie e operatori del comparto,il moneto delle Olimpiadi dei Diritti, dove tedofori, molto speciali, porteranno una torcia olimpica
Ecco l'invito su facebook che parte dal Coordinamento Nazionale Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi, presidente Maria Simona Bellini:
Ciao.
Potrei solo dirti “VIENI IL 12 MAGGIO ALLA NOSTRA FESTA, SI PARLERA’
DI DIRITTI!” e invece no. Non basta. Questa frase non rende l’idea
della necessità del tuo intervento, della bellezza della tua
partecipazione, della forza della tua presenza.
Italo Calvino diceva: "Alle volte uno si crede incompleto ed è
soltanto giovane". I giovani non sono incompiuti, sono persone con
grande energia e grandissimo coraggio.
L’evento NON SIAMO UN MONDO A PARTE MA UNA PARTE DEL MONDO è per
richiamare l’attenzione della società sui diritti delle persone
disabili. I nostri figli sono ragazzi che non cedono alla loro
limitatezza psichica o fisica. Vogliono una società che li accolga e
li stimoli. Questa è la loro e la nostra conquista. Aiutaci a far
passare il messaggio che diventa fondamentale nella società di oggi:
siamo tutti disabili, abbiamo tutti bisogno degli altri perché ognuno
è carente di qualcosa.
La parola amore ormai è abusata in tutte le sue forme, ma ce n’è
un’altra che racchiude tutti i suoi significati ed è RISPETTO. Si
trova in un abbraccio, in una parola detta piano, in uno sguardo, in
un sorriso. Sono le piccole cose che in un animo puro fanno la
differenza, danno calore e creano la felicità. I giovani sono ancora
animi puri, con ideali e voglia di comprendere per cambiare le cose.
Vieni quindi a conoscere la nostra parte di mondo, ne rimarrai
piacevolmente sorpreso!...
vedi anche il sito FamiglieDisabili.org
04/05/12
Il cammino di Marcella
..."
E sono i ricordi e i contatti che danno valore al mio viaggio.Infatti sono le idee delle persone incontrate, spesso per caso, spostandoci lentamente e consapevolmente, a permettere la realizzazione di un progetto che nasce da una dolorosa
esperienza personale, ma che ho voluto condividere con molti, e non solo con gli amici che hanno percorso pochi o tanti chilometri di tragitto con me.
Tutti questi ricordi hanno un senso, perché raccolti in cammino, andando lentamente di città in città, cercando di acquisire un nuovo sguardo sull’handicap, esplorando, muovendoci,
incontrando, parlando, cercando di formare una rete, ma ancora di più sforzandoci di capire meglio cosa possa significare per ciascuno e per tutti, o almeno per molti, vivere in compagnia di una disabilità.
E inoltre il camminare, che non è più il semplice spostarsi a piedi, ma è la magia del sentirsi parte del territorio, della natura, dell’intero universo, mi fa percepire la precarietà dell’incedere, facendomi acquisire la consapevolezza che basta una radice sporgente, un sasso mal posizionato sotto uno strato di foglie bagnate, per perdere l’equilibrio, cadere, farsi male e non poter continuare.
Si riconquista una dimensione del tempo più adeguata all’uomo, si ridà la giusta importanza all’ambiente, si riscopre la bellezza e il profumo del campo di fiori, ci si ferma ad ammirare
una ragnatela tessuta tra due rami, si guardano con curiosità le lumache, a decine soprattutto nei pressi di St.Gilles, e lunghe file di processionarie che attraversano il nostro cammino, e che evitiamo accuratamente di calpestare. Si ascolta il canto dei grilli e quello del cuculo, il gracidare delle rane e il nitrire dei cavalli, a richiamo dei puledri che, incuriositi, ci seguono per brevi tratti.".... (tratto da "Il cammino di Marcella" di Anna Rastello)
esperienza personale, ma che ho voluto condividere con molti, e non solo con gli amici che hanno percorso pochi o tanti chilometri di tragitto con me.
Tutti questi ricordi hanno un senso, perché raccolti in cammino, andando lentamente di città in città, cercando di acquisire un nuovo sguardo sull’handicap, esplorando, muovendoci,
incontrando, parlando, cercando di formare una rete, ma ancora di più sforzandoci di capire meglio cosa possa significare per ciascuno e per tutti, o almeno per molti, vivere in compagnia di una disabilità.
E inoltre il camminare, che non è più il semplice spostarsi a piedi, ma è la magia del sentirsi parte del territorio, della natura, dell’intero universo, mi fa percepire la precarietà dell’incedere, facendomi acquisire la consapevolezza che basta una radice sporgente, un sasso mal posizionato sotto uno strato di foglie bagnate, per perdere l’equilibrio, cadere, farsi male e non poter continuare.
Si riconquista una dimensione del tempo più adeguata all’uomo, si ridà la giusta importanza all’ambiente, si riscopre la bellezza e il profumo del campo di fiori, ci si ferma ad ammirare
una ragnatela tessuta tra due rami, si guardano con curiosità le lumache, a decine soprattutto nei pressi di St.Gilles, e lunghe file di processionarie che attraversano il nostro cammino, e che evitiamo accuratamente di calpestare. Si ascolta il canto dei grilli e quello del cuculo, il gracidare delle rane e il nitrire dei cavalli, a richiamo dei puledri che, incuriositi, ci seguono per brevi tratti.".... (tratto da "Il cammino di Marcella" di Anna Rastello)
01/05/12
Love Ability
Voglio portare a conoscenza di un sito che racconta storie sull'amore, la sessualità, nella disabilità, non tanto un luogo di ricerca del partner, ma uno spazio libero per potersi raccontare.
Si chiama "Love Ability"
Il fondatore è .Maximiliano Ulivieri, lo stesso che ha creato il sito sul turismo accessibile: http://www.diversamenteagibile.it/
Come dice Ulivieri nella sua pagina su facebook:
"....questo è principalmente un progetto di gruppo, la forza della sua utilità sarà dunque la partecipazione collettiva.
Contiamo nei vostri racconti, anche se non sempre è facile parlare di certi argomenti, ma sono convinto che il farlo porterà del beneficio a chi scrive e chi legge.
Ho cercato di realizzarlo al meglio, ma è solo l'inizio. Ci saranno certamente modifiche e aggiunte, anche grazie ai vostri consigli.
Non voglio dilungarmi troppo. La prima cosa da fare è collegarvi al sito e iniziare a leggere le storie"......
un progetto, il primo in Italia, che vuol creare un luogo di conoscenza e divulgazione delle tematiche sulle relazioni tra persone disabili e non disabili.
Le sezioni del sito sono così suddivise:
- Spazio Racconti (Story Ability). Persone che raccontano le proprie storie. Coppie “disabile-nondisabile” o entrambi disabili. Il loro incontro, come lo vivono, ecc. Ci sarà poi un “Book Ability” con foto di coppie.
- Spazio Dating (Daiting Ability). Disabili single che si presentano e raccontano nella speranza di colpire al cuore qualche lettore/lettrice di passaggio.
- Spazio News (News Ability). Notizie che raccontano di persone disabili che nella propria vita sono riuscite a fare qualcosa d’importante in qualche campo. (sport, lavoro, etc)
- Spazio “Sweet Ability“. Chi ricerca una “coccola”, un po’ di compagnia.
Antonietta Laterza, bolognese, cantautrice e autrice teatrale che ama definirsi "diversamente abile come tutti": "Il progetto di Ulivieri può aprire tante nuove possibilità. Oggi di sessualità si parla abbastanza, anche se si può fare di più, e, nonostante sia sempre stata un tabù, ora vedo possibilità di dialogo, di confronto. Finalmente si è strappato questo velo di ipocrisia"
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