In ricordo di
Duccia Camiciotti (19 marzo 1928 – Firenze, 7 luglio 2014)
Vorrei scrivere a lettere
d’oro
vorrei punteggiare di
stelle
ed avere la voce di un
angelo
per dedicarti una poesia,
e accarezzare la tua
anima.
La vita porta via tutte le
favole,
un giorno sei entrata
nella mia
ma sono stata io a
bussare,
oggi scrivo il ricordo
che la lacrima appanna
e non so tradurre
l’emozione
per raccontare
quello che io coltiverò,
come un fiore.
Se nel parlar di te
affetto mio rinnovo
in limpidezza d’acqua di
sorgente
tu che dall’alto vedi
chi sulla terra ancor
cammina.
Mancherà nel vocabolario
la parola per descrivere
la tua grandezza,
mi mancherà la tua umiltà
sorriso, gentilezza,
generosità
e il succoso frutto di un
sapere
ove all’ascolto
estasiata naufragavo.
E tu, mi hai accolta
tu sei stata mia amica,
grazie di aver camminato
al mio fianco
grazie, di aver creduto in
me,
e perdonami se il pensier
mio
illusion si fece
che per te non dovesse mai
finire.
Come rosa hai lasciato il
giardino
reclinando i petali a poco
a poco
lasciando a tutti noi
la densità del tuo
profumo.
Marzia Serpi
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