Anche le stelle sono belle. Ne vorrei un paio, me le metterei nei capelli. Ma ho la sensazione che
non riuscirò mai ad averle. Vi sorprenderebbe scoprire quanto siano lontane, perché non sembrano
così distanti. Quando la notte scorsa, per la prima volta, sono apparse, ho provato a tirarne giù
qualcuna con un bastone, ma con mia grande sorpresa non sono riuscita a toccarle; poi ho provato
con delle zolle di terra, ci ho provato e riprovato tanto da restare, alla fine, senza forze, ma non
sono riuscita a colpirne una, mai. Il fatto è che sono mancina e non mi riesce di tirare come si deve.
Anche quando prendevo per bene di mira la stella che volevo colpire, colpivo l'altra, sebbene
qualche volta ci sia arrivata vicinissima, perché ho visto la macchia nera della zolla penetrare le
aureole dorate delle stelle, credo quaranta o cinquanta volte e mancarle per un'inezia; se solo fossi
riuscita a resistere appena un po' di più una, forse, sarei riuscita a colpirla.
Così per un po' ho pianto, reazione naturale, credo, per una della mia età, poi, dopo essermi
riposata, ho preso un cestino e mi sono incamminata alla volta di un posto, sul bordo estremo del
cerchio, là dove le stelle erano vicine alla terra e dove avrei potuto raccoglierle con le mani e
sarebbe stato molto meglio così, perché in quel modo avrei potuto coglierle amorevolmente, senza
spezzarle. Ma era più lontano di quanto pensassi e alla fine dovetti rinunciarvi; ero stanca al punto
da non riuscire a trascinarmi un passo più in là; e avevo un gran male ai piedi.
(Mark Twain)
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