Ho voluto scrivere un lettera al quotidiano Alto Adige, per ringraziare una persona che aveva scritto un articolo sull'handicap mentale..... ricordando che esiste dietro la disabilità, anche
un nucleo familiare, che dovrebbe essere adeguatamente supportato e
valorizzato nel suo ruolo.
Esiste una famiglia con un senso di responsabilità elevatissimo, perchè
si rende conto che il proprio figlio vivrà una vita difficile, in un
mondo che va sempre più di corsa, lasciando indietro chi non è in grado
di stare al suo passo ed in qualche caso anche volutamente abbandonato
poiché considerato un peso dalla comunità.
E' vero, parliamo tanto di inclusione nella società.....ma sono
purtroppo ancora..solo parole....Il vero ostacolo è la politica e i suoi
rappresentanti che la maggior parte fa finta di non vedere, di non
sentire, di non capire.....
La cura di un figlio con disabilità mentale medio-grave richiede un
continuo accesso a risorse emotive, mentali e fisiche, dovendo gestire
ogni giorno situazioni faticose, spesso ansiogene che richiedono
competenza, efficienza, lucidità e flessibilità e ci si trova così privi
di spazi e di tempi propri.
Come ha scritto un amico su facebook, anch'io, come tantissime famiglie, ho vissuto parte della mia vita alla ricerca di risoluzioni ai miei
problemi e di mia figlia, rivolgendomi alle istituzioni, nella speranza
che qualcuno capisse e mi aiutasse, perdendo del tempo prezioso che mai
nessuno mi restituirà e ancor meno a mia figlia, per accorgermi che solo
un genitore che vive la stessa situazione può capire lo stato d'animo
d'impotenza e di angoscia che si prova, perdendo spesso ogni contatto
con la realtà, con la vita sociale.
Ogni giorno, in piena solitudine, devi combattere per nuovi problemi o
diritti non rispettati...
Vorrei tanto una società che li accolga e li stimoli....
Sono dei cittadini come gli altri e hanno gli stessi diritti di
riconoscimento e dignità. .
Ci vorrebbero più interventi per favorire inclusione e vita sociale
dignitosa anche alle persone con disabilità mentale medio-grave,
pensando anche al loro tempo libero compreso lo sport, che dovrebbe
essere parte integrante della programmazione di progetti educativi
anziché marginale, relegandolo sostanzialmente a un surplus, ad un
extra, disconoscendone, per carenza culturale, le potenzialità sia
salutistiche che inclusive essendo un importante mezzo per promuovere la
persona e il suo benessere, oltre ad aumentare la capacità di apprendimento.
Tutto questo è sancito anche dalla recente Convenzione ONU sui diritti
delle persona con disabilità e invece, purtroppo, assistiamo spesso a
politiche sociali ed educative che non riconoscono tale diritto. Viene
delegato il tutto alle associazioni, le quali, per mancanza di volontari
si rivolgono solo ad una fetta di persone con disabilità mentali, quelle
più autonome.
La Convenzione ONU ci aiuta a riformulare il modo di ragionare sulle
persone con disabilità. Se esse infatti vengono escluse e discriminate,
gli interventi in loro favore dovrebbero garantire il sostegno adeguato
per essere inclusi e partecipare.
Il diritto umano ad essere inclusi non dipende dalle risorse
disponibili, bensì dalla consapevolezza che tutti gli esseri umani hanno
gli stessi diritti.
Spero tanto che il Piano Settore Disabilità elaborato dalla nostra
Provincia dove riprende il principio: “la persona al centro
dell'attenzione”....non rimangano solo parole....
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