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26/09/12

La disabilità mentale e il suo nucleo familiare

Ho voluto scrivere un lettera al quotidiano Alto Adige, per ringraziare una persona che aveva scritto un articolo sull'handicap mentale..... ricordando che esiste dietro la disabilità, anche un nucleo familiare, che dovrebbe essere adeguatamente supportato e valorizzato nel suo ruolo.

Esiste una famiglia con un senso di responsabilità elevatissimo, perchè si rende conto che il proprio figlio vivrà una vita difficile, in un mondo che va sempre più di corsa, lasciando indietro chi non è in grado di stare al suo passo ed in qualche caso anche volutamente abbandonato poiché considerato un peso dalla comunità.

E' vero, parliamo tanto di inclusione nella società.....ma sono purtroppo ancora..solo parole....Il vero ostacolo è la politica e i suoi rappresentanti che la maggior parte fa finta di non vedere, di non sentire, di non capire.....

La cura di un figlio con disabilità mentale medio-grave richiede un continuo accesso a risorse emotive, mentali e fisiche, dovendo gestire ogni giorno situazioni faticose, spesso ansiogene che richiedono competenza, efficienza, lucidità e flessibilità e ci si trova così privi di spazi e di tempi propri.

Come ha scritto un amico su facebook, anch'io, come tantissime famiglie,  ho vissuto parte della mia vita alla ricerca di risoluzioni ai miei problemi e di mia figlia, rivolgendomi alle istituzioni, nella speranza che qualcuno capisse e mi aiutasse, perdendo del tempo prezioso che mai nessuno mi restituirà e ancor meno a mia figlia, per accorgermi che solo un genitore che vive la stessa situazione può capire lo stato d'animo d'impotenza e di angoscia che si prova, perdendo spesso ogni contatto con la realtà, con la vita sociale.

Ogni giorno, in piena solitudine, devi combattere per nuovi problemi o diritti non rispettati...

Vorrei tanto una società che li accolga e li stimoli....

Sono dei cittadini come gli altri e hanno gli stessi diritti di riconoscimento e dignità. .

Ci vorrebbero più interventi per favorire inclusione e vita sociale dignitosa anche alle persone con disabilità mentale medio-grave, pensando anche al loro tempo libero compreso lo sport, che dovrebbe essere parte integrante della programmazione di progetti educativi anziché marginale, relegandolo sostanzialmente a un surplus, ad un extra, disconoscendone, per carenza culturale, le potenzialità sia salutistiche che inclusive essendo un importante mezzo per promuovere la persona e il suo benessere, oltre ad aumentare la capacità di apprendimento.

Tutto questo è sancito anche dalla recente Convenzione ONU sui diritti delle persona con disabilità e invece, purtroppo, assistiamo spesso a politiche sociali ed educative che non riconoscono tale diritto. Viene delegato il tutto alle associazioni, le quali, per mancanza di volontari si rivolgono solo ad una fetta di persone con disabilità mentali, quelle più autonome.

La Convenzione ONU ci aiuta a riformulare il modo di ragionare sulle persone con disabilità. Se esse infatti vengono escluse e discriminate, gli interventi in loro favore dovrebbero garantire il sostegno adeguato per essere inclusi e partecipare.

Il diritto umano ad essere inclusi non dipende dalle risorse disponibili, bensì dalla consapevolezza che tutti gli esseri umani hanno gli stessi diritti.

Spero tanto che il Piano Settore Disabilità elaborato dalla nostra Provincia dove riprende il principio: “la persona al centro dell'attenzione”....non rimangano solo parole....

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