
Il cielo era verde di freddo tra gli aghi dei pini e qui non c’è nessuno,
l’umido salito dalla neve si intrama nell’odore dei vestiti bagnati
hai stretto per sempre il manico dell’ascia all’altezza dell’intaglio,
tre asterischi, le iniziali e una data
e la dignità delle tue mani si è svenata in dolcezza adesso,
tra la polvere e il dominio, dove hai incontrato te stesso
in chissà quale bosco dei miei occhi quando ti sei voltato
e mi hai detto, dio, quanto sole così lontano, diverso,
quanto ad uno ad uno i giorni
stringono il cuore e separano.
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