Quante volte avrò visto
la luna
e ancora son qui che mi
sorprendo.
Spuntare dalla cima di un
abete a dicembre,
dietro a un tetto che la
notte scolora,
con una nube che le danza
davanti,
con accanto una stellina
vezzosa,
come falce nel cielo
stellato,
poi timida comparire
rossastra dai monti
o facciona dall’occhio
inclinato un po’ triste.
Gareggiare con le cupole a
Roma
specchiarsi nell’Arno a
Firenze.
L’ho vista posarsi sul
bavero di un vecchio cappotto
con due innamorati seduti,
e sull’alfabetiere,
disegnata alla lettera elle
carezzata da mani
fanciulle.
L’ho vista violata sui
libri di scienza
trafitta dall’uomo,
e ho visto una nuova
parola: “allunaggio”
entrare nel vocabolario.
L’ho vista tra tende
velose e ricami
affacciarsi dalla finestra
e andare a trovare il
malato.
Marzia Serpi (una delle vincitrice del Concorso Letterario molto prestigioso:"Il Molinello". )
3 commenti:
Bellissima, scorrevole e lineare come sempre, e come sempre ci immergere
e ci fa vivere quello che lei magicamente scrive,
che dire di una bravura così fluida....
è bravissima Marzia......mi piacciono le sue poesie....
Non mi stupisce che Marzia abbia ancora vinto un premio letterario importante e mi congratulo con lei, che perfino "Il Molinello" ha scoperto il suo talento poetico.Questa poesia mi fa pensare alla musica per pianoforte di Modest Mussorgsky chiamata "Quadri di un'esposizione" (1874) in cui in una galleria di quadri, si va da un quadro all'altro. Ciò che Mussorgsky ha creato in forma di musica, Marzia lo ha fatto in forma di poesia, sul fascino della luna. Brava! Heike Backhaus (dalla Germania)
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