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28/06/15

Disabilità....Mettete le ali: il diritto e il danno alla libertà è realtà....

Autore: Eleonora Campus
La sentenza 12 aprile del 2012, n. 755 del TAR di Palermo ha catturato la mia attenzione. Si tratta di un giudizio importante perché per la prima volta è stato riconosciuto che in caso di tagli alle prestazioni di assistenza ad  una persona con disabilità,  gli Enti devono  risarcirla per   “danno esistenziale” prima ancora che per  “danno biologico” cioè quello che lede la sfera psico-fisica della persona.  Ma allora cosa è questo danno esistenziale e perché è tanto importante soprattutto per le persone con disabilità?
1.1. Le persone con disabilità e il diritto all’esistenza: le capacità, le attività e la personalità
Il danno esistenziale rientra nei diritti della persona umana tutelati  dalla Costituzione ed  è la lesione del diritto al libero svolgimento e alla possibilità  di ampliare  ogni attività umana. Più precisamente si dice che è il diritto al “dispiegamento” di ogni attività umana. Il termine “dispiegarsi”  mi piace molto di più:   mi fa pensare a un gabbiano che “allarga” le ali e che vola libero.   Inoltre, questo tipo di danno è anche la lesione alla libera espressione  della personalità di ognuno.
Riconoscere il diritto all’assistenza  come un  diritto che se violato rientra nel  risarcimento del danno (non patrimoniale)  di tipo esistenziale (sent. 12 aprile del 2012, n. 755 del TAR di Palermo), significa stabilire che questo danno incide su valori costituzionali strettamente legati alla libertà individuale di “fare” (dispiegamento delle proprie attività)  e di “essere” (espressione della propria personalità)Significa, perciò,  rendere concreto un cambio di modello che sposta   l’attenzione proprio sulla libertà individuale come valore sociale e fondamento della qualità della vita di ognuno che secondo le proprie capacità (intrinseche e diverse in ogni persona) sceglie come preferisce vivere. E dato che tutto questo è la base  della Convenzione Onu delle persone con disabilità(ratificata in Italia con legge 18 del 2009), attraverso le Corti  si può iniziare a rendere effettivo il “diritto alla libertà individuale” e a ripensare in  concreto a quelli che devono essere i diritti umani fondamentali di ogni persona.
Si può senza dubbio  premettere che rispetto alle persone con disabilità, almeno in parte, la  sent. 12 aprile del 2012, n. 755 del TAR di Palermo  ci parla di vita, di libertà, di diritto all’assistenza, e di capacità (compresa quella di  lavorare).
Vediamone allora i punti di forza ed  i molti spunti che vi ho intravisto oltre all’aspetto principale ed  importante del risarcimento per danno all’esistenza che, in altre parole, consiste in una vero e proprio sconvolgimento degli equilibri della vita di una persona. Ma osserviamone   anche i punti di debolezza che comunque  rimandano a sentenze successive (vedi sent. del 22/01/2014, RG. n. 761/2013 del Tribunale Civile di Ascoli Piceno; vedi sentt. n.  154-156-157 del 2015 TAR Piemonte) ove appaiono affrontati e in parte meglio chiariti se pur con contraddizioni e punti non risolti come  ho evidenziato negli articoli “assistenza e discriminazione: un passo avanti ma non abbassate la guardia” e cfr. in   “Assistenza domiciliare professionale: un diritto garantito a metà e non sempre”.  Pertanto, è significativo riprendere questa sentenza ad oggi e rianalizzarla guardando indietro ed in avanti.
segui qui l'articolo

27/06/15

Cocotte




Ho rivisto il giardino, il giardinetto

contiguo, le palme del viale,
la cancellata rozza dalla quale
mi protese la mano ed il confetto...

"Piccolino, che fai solo soletto?"
"Sto giocando al Diluvio Universale"
Accennai gli stromenti, le bizzarre

cose che modellavo nella sabbia,
ed ella si chinò come chi abbia
fretta d'un bacio e fretta di ritrarre
la bocca, e mi baciò tra le sbarre
come si bacia un uccellino in gabbia.

Sempre ch'io viva rivedrò l'incanto

di quel volto tra le sbarre quadre!
La nuca mi serrò con le mani ladre;
ed io stupivo di vedermi accanto
al viso, quella bocca tanto, tanto
diversa dalla bocca di mia Madre!

"Piccolino, ti piaccio che mi guardi?

Sei qui pei bagni? Ed affittate là?"
Subito mi lasciò, con negli sguardi
un vano sogno (ricordai più tardi)
un vano sogno di maternità...

"Una cocotte..."

"Che vuol dire mammina?"
"Vuol dire che è una cattiva signorina:
non bisogna parlare alla vicina!"
Co-co-tte... La strana voce parigina
dava alla mia fantasia bambina
un senso buffo d'ovo e di gallina...

Pensavo deità favoleggiate:

i naviganti e l'Isole Felici...
Co-co-tte... le fate intese a malefici
con cibi e bevande affatturate...
Fate saranno, chi sa quali fate,
e in chi sa quali tenebrosi offici!

Un giorno - giorni dopo - mi chiamò
tra le sbarre fiorite di verbene:

"O piccolino, che non mi vuoi più bene?"
"È vero che sei una cocotte? "
Perdutamente rise... E mi baciò
con le pupille di tristezza piene.

Tra le gioie defunte e i disinganni
dopo vent'anni, oggi si ravviva
il tuo sorriso... Dove sei, cattiva

signorina? Sei viva? Come inganni
(meglio per te non essere più viva!)
la discesa terribile degli anni?

Oimè! Da che non giova il tuo belletto

e il cosmetico già fa mala prova
l'ultimo amante disertò l'alcova...
Uno, sol uno: il piccolo folletto
che donasti d'un bacio e d'un confetto,
dopo vent'anni, oggi, ti ritrova

in sogno, e t'ama, in sogno, e dice: T'amo!

Da quel mattino dell'infanzia pura
forse ho amato te sola, o creatura!
Forse ho amato te sola! E ti richiamo!
Se leggi questi versi di richiamo
ritorna a chi t'aspetta, o creatura!

Vieni, Che importa se non sei più quella

che mi baciò quattrenne? Oggi t'agogno,
o vestita di tempo! Oggi ho bisogno
del tuo passato! Ti rifarò bella
coma Carlotta, come Graziella,
come tutte le donne del mio sogno!

Il mio sogno è nutrito d'abbandono,

di rimpianto. Non amo che le rose
che non colsi. Non amo che le cose
che potevano essere e non sono state...
Vedo la casa; ecco le rose
del bel giardino di vent'anni or sono!

Oltre le sbarre il tuo giardino intatto

fra gli eucalipti liguri si spazia...
Vieni! T'accoglierà l'anima sazia.
Fa' che io riveda il tuo volto disfatto;
ti bacierò: rifiorirà nell'atto,
sulla tua bocca l'ultima tua grazia.

Vieni! Sarà come se a me, per mano,

tu riportassi me stesso d'allora,
il bimbo parlerà con la Signora.
Risorgeremo dal tempo lontano.
Vieni! Sarà come se a te, per mano,
io riportassi te, giovine ancora.

Guido Gozzano

08/06/15

Yes, I can!





questo è il video che la UISP di Bolzano ha fatto con i nostri ragazzi che si sono divertiti moltissimo.

Anche mia figlia Silvia ha partecipato sia al corso di basket che ballo di gruppo ed è sempre una gioia per lei il giorno che sa che deve andare a quelle attività.....

Adesso sono terminate per l'estate e già le dispiace... chiede già quando ricominceranno! :)