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03/06/13

Madame Bovary




“Si era sentito ripetere quelle cose così tante volte, che ormai non ci trovava più nulla di originale. Emma rassomigliava a tutte le amanti; il fascino della novità, cadendo a poco a poco come un vestito, metteva a nudo l’eterna monotonia della passione, che ha sempre le stesse forme e lo stesso linguaggio. Quell’uomo, così pieno di esperienza, non sapeva distinguere la diversità dei sentimenti sotto l’uniformità delle espressioni. Poiché labbra libertine o venali gli avevano sussurrato frasi simili, credeva poco al candore delle parole di Emma; bisognava ridimensionare, pensava, i discorsi esaltati che nascondono sentimenti mediocri, come se la pienezza dell’anima non traboccasse qualche volta dalle metafore più vuote, poiché nessuno mai riesce a dare l’esatta misura delle proprie necessità, né delle proprie idee o dei propri dolori, e la parola umana è come un paiolo incrinato su cui battiamo melodie adatte a far danzare gli orsi, quando vorremmo invece intenerire le stelle“.
da Emma Bovary, di Gustave Flaubert.

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