La fine del calendario dei Maya non prevede alcuna catastrofe globale, tanto meno la fine del mondo, dicono gli attivisti indigeni e gli anziani che hanno parlato con IPS News in Guatemala. Ma le risorse naturali, quelle sì, stanno finendo, a casua delle attività umana. Secondo il calendario Maya, 21 dicembre 2012 segnerà la fine di un grande ciclo di 13 "baktun", ciascuno di 144 mila giorni, della durata complessiva di 5.126 anni. Ma la fine di un ciclo non significa affatto la fine del mondo, e l'isteria collettiva innescata dal presunto giorno del giudizio con la fine del 2012 non rispecchiano affatto il pensiero degli Indios Maya del Guatemala odierno.
Secondo gli storici, il grande ciclo iniziato il 11 agosto, 3.114 aC, e termina il 21 dicembre di quest'anno, con il solstizio d'inverno - segnando l'inizio di un nuovo lungo ciclo di conteggio. Quello che ci preoccupa invece è l'urgenza di riorientare il nostro comportamento verso a natura, contrastare il riscaldamento globale e le politiche neoliberiste che hanno portato all'estrazione indiscriminata di petrolio e minerali per mandare avanti grandi fabbriche, e che costituiscono una seria minaccia per umanità ", spiega alla IPS News Antonio Mendoza, attivista nel gruppo indigeno Oxlajuj Ajpop, che prende il nome proprio dal numero 13 (in lingua Quiché) del calendario Maya.
"L'idea è di venire insieme in unità e solidarietà e salvare il valore (Maya) della conoscenza della natura e della Madre Terra", ha aggiunto Mendoza.
L'antica civiltà Maya è stata sorta intorno al 2000 aC nell'area che oggi va dal Messico meridionale, al Guatemala, al Belize occidentale e nord dell'Honduras. La civiltà Maya è fiorita fino al 900 dC, che ha segnato l'inizio del periodo post-classico, conclusosi sei secoli più tardi con la conquista spagnola.
Al culmine della cultura Maya, nel periodo classico - tra il 250 e il 900 dC - era una delle civiltà più avanzate del mondo, nota per la sua architettura e pianificazione urbanistica, una matematica sofisticata, accurati calcoli astronomici e un avanzato sistema di scrittura geroglifica.
2 commenti:
Il 2012 (o immediati dintorni) non rappresenterà la fine DEL MONDO, ma la fine DI UN MONDO. La transizione è già sotto i nostri occhi, il nostro modello socioeconomico si sta progressivamente sbriciolando, e gli sforzi per tenerlo insieme, conservandolo così com’è, non serviranno a nulla.
Coloro che non considerano così importante QUEL MONDO che andrà a sparire, non saranno molto toccati dal ciclo dei 13 baktun che si andrà a compiere. Coloro che invece lo hanno confuso per quello reale, vedranno svarire la loro illusione.
Buon futuro a tutti coloro che amano la collaborazione più della competitività :-)
grazie Gabriele, della tua presenza:)
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