Il libro di poesie della mia amica poetessa Marzia Serpi
La sua presentazione: (fonte qui)
In un grande locale che si trova nei giardini del mio paese, chiamato "la pista" si è svolta la serata. La sala era gremita di gente, il primo saluto è stato quello del sindaco Alberto Ferrini, che è sempre intervenuto alle presentazioni dei miei libri, a seguire ha parlato il critico letterario Lia Bronzi. Che dirvi, gli apprezzamenti per il mio lavoro di poetessa non mi sono mancati, sia per il percorso che ho fatto fino ad oggi che per i premi ricevuti. Focalizzando anche l'apprezzamento che le mie raccolte hanno ottenuto, in maniera tale da incontrare il gusto popolare. Hanno parlato anche di questa nuova raccolta "Lo specchio e l'anima" in maniera più approfondita e con
recensione positiva. Dopo le loro conclusioni, la mia emozione era davvero tanta. Quindi, dopo aver fatto anche io un saluto accompagnato da una breve introduzione, sono passata alla recitazione di 17 poesie che con cura avevo scelte per la serata. Il coinvolgimento della platea è stato tale, che mi ha fatto davvero piacere.......
“L’Universo non giudica: cospira a favore di ciò che desideriamo. Perciò il guerriero ha il coraggio di guardare le ombre della propria anima, e si domanda se non stia chiedendo qualcosa di sbagliato per se stesso. E presta sempre grande attenzione a ciò che pensa.” PAULO COELHO
18/05/17
14/05/17
"A mamma"
Chi tene ‘a mamma
è ricche e nun ‘o sape;
chi tene ‘o bbene
è felice e nun ll’apprezza
chi tene ‘o bbene
è felice e nun ll’apprezza
Pecchè ll’ammore ‘e mamma
è ‘na ricchezza
è comme ‘o mare
ca nun fernesce maje.
è ‘na ricchezza
è comme ‘o mare
ca nun fernesce maje.
Pure ll’omme cchiù triste e malamente
è ancora bbuon si vò bbene ‘a mamma.
‘A mamma tutto te dà,
niente te cerca
è ancora bbuon si vò bbene ‘a mamma.
‘A mamma tutto te dà,
niente te cerca
E si te vede e’ chiagnere
senza sapè ‘o pecché,
t’abbraccia e te dice:
“Figlio!!!”
E chiagne nsieme a te.
senza sapè ‘o pecché,
t’abbraccia e te dice:
“Figlio!!!”
E chiagne nsieme a te.
Salvatore di Giacomo
dedicato alla mia mamma che non c'è più ...Valeria
Ed i Sassi mi caddero nel cuore
Vincitrice al terzo posto del concorso letterario "Una cartolina per Matera".
Volano i sogni nei silenzi,
tra le pietre e gli echi
che raccontano la storia.
Lo zeffiro che mormora
nella maestosità dei calanchi
e burlone celia coi ricordi.
Sulle rupi ed i pendii scoscesi
si artigliano caparbie nudi grotte
dipinte in un impeto di fede
testimoni di cultura e umanità.
La nuda terra che si snoda
e sfocia nelle trine dei balconi
dove soffiano impavidi i venti
tra vestigia antiche e nuovi tempi.
Dolcemente appare nel pianoro
e tra gli archi e i bui anfratti
si distende e posa generosa
all’ombra delle cento guglie,
mentre sfila civettuola nella piazza.
Respira e si divide nella murgia
nelle tracce millenarie del passato
negli orti, nelle chiese ed i palazzi
tra le corti, i ballatoi e le scalinate
come diamanti e perle incastonate.
Dolce l’ora del vespro si ammanta
in quei rioni, di mistero e incanto
quando, tra le pietre si rinnova
un rito arcaico chiamato Santo.
E l’accarezza dolce il vento
sul limitar della gravina
lì, dove l’acqua amò il tufo
e la città dei sassi generò.
Figlia, l’aspra Rocca dell’Idris
si erge indomita e fiera
a rimirar la sua Matera.
Ed io mi volgo in quello specchio
quando i sassi, ad uno ad uno
mi caddero nel cuore.
Maria Grazia Rapone
Volano i sogni nei silenzi,
tra le pietre e gli echi
che raccontano la storia.
Lo zeffiro che mormora
nella maestosità dei calanchi
e burlone celia coi ricordi.
Sulle rupi ed i pendii scoscesi
si artigliano caparbie nudi grotte
dipinte in un impeto di fede
testimoni di cultura e umanità.
La nuda terra che si snoda
e sfocia nelle trine dei balconi
dove soffiano impavidi i venti
tra vestigia antiche e nuovi tempi.
Dolcemente appare nel pianoro
e tra gli archi e i bui anfratti
si distende e posa generosa
all’ombra delle cento guglie,
mentre sfila civettuola nella piazza.
Respira e si divide nella murgia
nelle tracce millenarie del passato
negli orti, nelle chiese ed i palazzi
tra le corti, i ballatoi e le scalinate
come diamanti e perle incastonate.
Dolce l’ora del vespro si ammanta
in quei rioni, di mistero e incanto
quando, tra le pietre si rinnova
un rito arcaico chiamato Santo.
E l’accarezza dolce il vento
sul limitar della gravina
lì, dove l’acqua amò il tufo
e la città dei sassi generò.
Figlia, l’aspra Rocca dell’Idris
si erge indomita e fiera
a rimirar la sua Matera.
Ed io mi volgo in quello specchio
quando i sassi, ad uno ad uno
mi caddero nel cuore.
Maria Grazia Rapone
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