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14/05/16

La forza dell'inclusione

Dedicato a chi pensa che non ne valga la pena. Dedicato a chi dedica la vita a cercare di risolvere i piccoli e grandi problemi, e corre il rischio di pensare che le cose peggiorino sempre. Dedicato a chi rimpiange le scuole speciali.
Milano. Lunedì, 8.30 di mattina. Una fermata qualunque della metropolitana a Milano. Il pannello annuncia un leggero ritardo. Quanto basta perché la folla in attesa si faccia spessa. Quasi tutte le persone che mi circondano dedicano le loro attenzioni ai loro schermi. Io no. Il mio cellulare è, come di tradizione, spento perché anche ieri sera mi sono dimenticato di metterlo sotto carica.

Il treno arriva. Le porte si aprono e finalmente entriamo. Il livello di densità corporea è elevatissimo: quasi tutti caparbiamente continuano a fissare i telefoni. Poco prima della chiusura delle porte sale in carrozza un giovane che, a voce alta, a nome e per conto di tutti i passeggeri, dice: "Che palle!".

Quasi nessuno comunque gli da retta. Io non posso fare a meno di guardarlo, anche perché è a poco meno di venti centimetri da me. Il ragazzo ha una disabilità intellettiva. A mio fianco, tra me e lui,  c'è una ragazza, che avrà vent'anni. Lei non guarda il cellulare ma ha le cuffie nelle orecchie. Starà ascoltando della musica. Saranno coetanei, penso. Alza lo sguardo e dice: "Hai ragione.. fa un caldo". Il ragazzo sorride e la fissa. La distanza del resto è minima, ma lui la fissa. Lei non sembra farci caso.

Anche lui, tira fuori dalla tasca un cellulare e inizia a digitare. Lei sbircia, incuriosita. Del resto la distanza è minima. Poi iniziano a parlare: lei non sa bene quando dovrà scendere perché, essendo senza occhiali, non riesce a leggere sul pannello. Lui gli dice che mancano ancora sei fermate. Romolo, che comunque viene dopo Genova che è quella dove scende lui. Sono d'accordo sul fatto che si sta molto scomodi e che tutti e due sarebbero rimasti molto volentieri a letto a dormire, ancora un po'. Lui la fissa, poi digita. Lei sbircia.

Viene fuori poi che lui sta andando a lavorare mentre lei no, non lavora. Sta cercando e proprio oggi ha un colloquio. In effetti non mi sto facendo i fatti miei ma, scusate, il mio cellulare è scarico e la distanza tra noi è veramente, veramente minima.

Mentre loro un po' chiacchierano e un po' si osservano, penso che forse è per questo che molti anni fa tante famiglie hanno rinunciato a mandare i loro figli nelle scuole speciali e a lottare con fatica per "l'integrazione". Per fare in modo che un giorno, (utopia?) chissà mai, uno dei loro figli o nipoti potesse prendere la metropolitana per andare al lavoro, chiacchierare e fare un po' il filo ad una ragazza, nell'indifferenza totale di tutti i passeggeri ... e anche della ragazza.

Penso che è grazie a loro ed anche all'impegno di tanti insegnanti, operatori, politici (!) che hanno fatto in modo che almeno l'integrazione scolastica diventasse un diritto per tutti, che oggi quella ragazza si trovi assolutamente a suo agio in quella situazione e non la trovi affatto strana. "Cadorna, fermata Cadorna". Cavolo sono arrivato (ringrazio come spesso mi capita gli amici ciechi che hanno ottenuto i messaggi sonori alle stazioni...). Scendendo non posso fare a meno di salutarli. Mi guardano un po' di traverso... quello strano sono io.
Grazie ragazzi e scusatemi se parlerò di voi in pubblico ... tanto non lo saprete mai. Buona vita a voi e ancora grazie a quelli che prima di noi, si sono impegnati e hanno lottato perché quella che un tempo era una utopia diventasse oggi normalità.

Dedicato a chi pensa che non ne valga la pena. Dedicato ai tanti fra noi che, occupandosi dei piccoli e grandi problemi del mondo, corrono il rischio di pensare che le cose vadano sempre di male in peggio. Dedicato a chi rimpiange le scuole speciali. Dedicati a chi le ha fatte chiudere (quasi) tutte.
Giovanni Merlo

10/05/16

Innamòrati




Innamorati di una persona che ama guardarti dormire. Che ti sussurra parole belle mentre lo fa, come se ti cantasse una nenia lenta e sconosciuta che solo nei tuoi sogni puoi ricordare.
Innamorati di una persona che come primo saluto, al mattino usa un “Come stai?”. Non perché tu stai male, ma perché per lei la cosa più importante e che tu stia bene.
Innamorati di una persona che ti bacia all’improvviso, senza un motivo, per avere ogni volta l’emozione di un amore che sorprende. Qualcuno che usa gli abbracci invece delle parole quando sei triste, e che, invece dei consigli usa il battito del suo cuore per calmarti.
Innamorati di una persona che ti dedica canzoni tutti i giorni, perché ogni canzone gli ricorda te. Per questo tu sei una fragola, una meravigliosa creatura o una bella stronza tutto nello stresso giorno.
Innamorati di una persona che la pensa in modo totalmente opposto a te, ma che ha sempre voglia di ascoltare la tua opinione. Che passi serate intere a spiegarti il suo punto di vista. Che si incazzi in modo esagerato se tu non sei d’accordo, e che vuole fare pace facendo l’amore.
Innamorati una persona che ti prende in giro, una persona che ama ridere più che sorridere.
Innamorati di una persona curiosa e che ama viaggiare, ti porterà a fare snorkeling con le megattere, alpinismo sull’Everest, bungee jumping sulla Macau Tower, surf in Australia. Poi ti leggerà Orgoglio e Pregiudizio sotto un’immensa quercia in Inghilterra, e tu ovviamente piangerai per Darcy e odierai Elizabeth, ma solo all’inizio. Cavalcherete in Andalusia, e ti canterà una serenata in un castello Irlandese dopo un’ubriacatura di Guinness. Ma ti ricorderà sempre che casa sua sarà solo dove sono poggiati i tuoi occhi e i tuoi piedi, tutto il resto del mondo fa volume.
Innamorati di una persona che sa isolarsi nella malinconia dei suoi silenzi, che capisce l’importanza di un pianto liberatorio.
Innamorati di una persona che ama la tua libertà, la tua indipendenza e che rispetti le tue scelte. Ma che ogni tanto ti faccia una sfuriata di gelosia, perché in fondo tu sei il suo mondo.
Innamorati di una persona che abbia il miglior odore dell’universo, quello che riconosceresti ovunque, quello unico che solo tu puoi apprezzare. Quell’odore tanto simile alle tue emozioni.
E, alla fine, innamorati di quell’unica anima che potrai mai amare con tutto te stesso. Non accontentarti di un amore mediocre, di un amore che non è amore. Innamorati perché non ne puoi fare a meno, non perché non vuoi stare solo.

(S. Leonoir)