Potresti essere come me, cercare il perché di ogni cosa, stremata, fino a comprendere che non sempre c’è un perché a tutte le infinite domande che si affacciano alle finestre del tempo. E ogni tanto il dolore si trasforma in rabbia, e ogni tanto la rabbia si trasforma in dolore, e ogni tanto le parole perdono il loro significato originale per lasciare originale solo la nostra condizione del cuore.E così oggi ti dedico un respiro, profondo e leggero, impalpabile.
Potresti essere come me, sentire la necessità di scrivermi nei momenti di estrema serenità, quando prendi il sole e una coccinella ti si posa sul braccio, sorridi e vorresti mostrarmela, appoggiarla lievemente sul rosmarino e bere il tuo sorso di birra ormai calda, e sentire il profumo del pesce in lontananza a condire una cena di attenzioni. Buone, finalmente. Per dimostrare che non è per necessità che vuoi assaggiare una vita ma per l’emozione di sapere che solo i morsi dell’amore levano la fame.
E così oggi ti dedico una canzone, lenta, sensuale, incalzante.
Potresti essere come me, mentre ti scopri a stonare con gusto le note esplosive della realtà, senza perdere mai di vista il bambino sulla spiaggia. Senza farlo piangere a causa di speranze sbagliate in cui riporre le mani e farsele mozzare da cruente verità.E con le migliori intenzioni insegnarmi a camminare su terreni sconosciuti, sapendo che anche al buio seguirei i tuoi passi, forse non senza paura ma vincendola ad ogni passo in più, impazzendo per l’intreccio dei tuoi piedi con la mia ombra, senza derive verso le false libertà.
E così oggi ti dedico un’emozione, viscerale, cosmica, dolceamara follia.
Potresti essere come me, mentre urli a squarciagola al tempo e metti a soqquadro i lamenti delle poesie perdute per ritrovarle sul palmo della mano, nelle linee della mia, dove il solletico che ti sfiora è la risata del destino che gira la testa e si arrende, consenziente a questo amore.
E così oggi ti dedico una notte. Libera, silenziosa, bellissima.
Massimo Bisottissere come me, mentre la tua anima spara vibrante fuochi d’artificio che non morranno dopo mezzanotte ma conterranno gli spasmi di sospiri dei piacere tuoi, miei e delle stelle. E quando mi parli nel sogno non darmi ragione svegliandomi senza esserci, lì con uno sguardo inncente e allo stesso tempo terribilmente sensuale da riempirmi i bordi e i contorni della mente, per non farmi pensare a niente, a nient’altro se non che a svestire il pudore, a sudar liquido su lenzuola distese su un’estasi perfetta.
E così oggi ti dedico un mattino, fresco, avvolgente, puro.
Potresti essere come me, con lo sguardo nel colore di un caffè a fumare previsioni del giorno senza che importi niente alla mente di sapere se piove oppure no, e nella musica della radio la traccia nascosta di un paradiso terrestre normale, niente alberi proibiti su cui lanciarsi per fare uno sgarro all’entusiasmo della quotidianità, alla pace di un ritorno dopo l’altro, senza curve d’assenza, senza picchi e ripartenze e addii traditi a riconferma di atti mancati.