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28/07/12

Diritti negati....

Una vita spesa alla ricerca di uno spiraglio di luce e di speranza, una guerra perenne contro il silenzio e l'indifferenza.


Una storia dove si parla di autismo ma...è anche la storia di tutti quei genitori con figli gravemente disabili con altre sindrome......

dal sito affariitaliani


La storia di Alessandro è quella di un padre. Ma non un padre come tutti gli altri. Uno di quelli che deve combattere dieci volte tanto, cento, mille, per garantire un futuro ai suoi figli. Perché la sua è una storia di un'ordinaria battaglia vissuta sulla propria pelle alla ricerca di uno spiraglio di luce. E' padre di due figli autistici, ma non lotta solo contro lo spettro di una patologia che è “per tutta la vita”, lotta invece contro l'autismo delle istituzioni che chiudono occhi, orecchie e bocca per non sentire, per non vedere, per non cercare soluzioni, finendo per isolare dalla società proprio chi della società ha più bisogno. Alessandro ha deciso di consegnare il suo sfogo ad Affaritaliani.it, raccontando attraverso un messaggio su Facebook pubblicato integralmente, il suo dramma “agli orfani di ideali” ma soprattutto a quanti desiderano ancora cambiare il modo di “guardare alla vita”.
Immedesimarsi in una persona con autismo è praticamente impossibile, ma anche la più amara delle giornate può avere un altro sapore. Questo vorrei dire a quelle madri e padri che hanno un figlio disabile. Non riesco più a ricordare cosa significa essere normali, nel linguaggio di quel mondo di cui facevo parte e che oggi non mi vuole, da quando combatto contro lo spettro della patologia dell'autismo e dell'autismo istituzionale. Ho cercato in una vita normale di focalizzare lo scopo della mia vita, ma lungo il percorso è successo qualcosa d'inaspettato.
autismo
Come posso aiutarti a vedere, ora, figlio mio? Posso solo sostenerti con le mie spalle per stare in piedi. Non riesco a ricordare una vacanza, intesa come tale, una festa vissuta come dovrebbe essere vissuta. Non siamo liberi di frequentare posti e luoghi comuni, a causa anche di una cattiva informazione, per la mancanza di strutture adeguate ad ospitare ed accogliere dei bambini ed i loro genitori. Capita di avere di tanto in tanto un fine settimana positivo e quando arriva lo ricordi come un evento storico.
Si continua a parlare di tagli. La crisi lavorativa e sanitaria colpisce anzitutto e soprattutto anziani e disabili, ma mai chi non ha problemi di natura economica, e  indirettamente o direttamente anche i genitori degli stessi bambini e/o ragazzi disabili. Una situazione che grava sulle famiglie ed aggrava le stesse famiglie, costringendole a sobbarcarsi di spese abnormi per una mancanza di servizi dovuti, ma non voluti. Dal punto di vista sociale, attendiamo da anni una risposta efficiente e soluzioni altrettanto efficaci. Ci dicono "vedrai tutto si risolverà" e intanto il tempo passa e per noi che di tempo non ne abbiamo, con lui (il tempo) ogni giorno cresce lo sconforto, perché non sai che fare. Poiché ogni giorno devi combattere con nuovi problemi legati alla malattia di tuo figlio e ti senti disarmato, inerme e qualche volta asettico. Questo è un mondo che non ci vuole, che ci abbandona a noi stessi e in alcuni casi sono gli stessi amici a non comprendere. Ed io sono stanco dei troppi rinvii e dico a tutte le istituzioni (locali e non) basta.
Bisogna intervenire subito. Come?
Partendo dalla soluzione e non dal problema, ascoltare i genitori può essere un buon inizio ed applicare le leggi lo è altrettanto. Poi occorre cuore e buona volontà. Non posso sicuramente affermare che questo è quello che avrei voluto per i miei figli, pensando ad una famiglia, in questo mondo di squali.
Una vita difficile, dove solo se ti sai difendere con le unghie e con i denti, riesci a sopravvivere, dove il dio denaro la fa da padrone, dove si è perso il rispetto per il proprio simile.
Non è facile accettare una malattia, una patologia del proprio figlio, e allora ti chiedi: perché proprio a me? Cosa ho fatto di male? Cosa posso fare? Chi mi aiuterà? E poi ti rendi conto che è e sarà solo tuo figlio che vivrà una vita difficile, in un mondo che va sempre più di corsa, lasciando indietro chi non è in grado di stare al suo passo ed in qualche caso anche volutamente abbandonato poiché considerato un peso dalla comunità. Non ho certo la bacchetta magica per risolvere i problemi, sono un genitore come voi, I, non ho la ricetta per uscire dal tunnel dell'autismo, ma ho capito cosa serve ai miei figli, quali sono le strategie da adottare e perché. Ho capito che non è piangendomi addosso che darò un futuro ai miei figli. Se puoi capire anche tu, che non hai nulla da perdere, se puoi credere di poter dare un futuro a tuo figlio e a tutti figli dell'autismo, allora sei già tre passi avanti.

Ho vissuto parte della mia vita alla ricerca di risoluzioni ai miei problemi, rivolgendomi alle istituzioni, nella speranza che qualcuno con un cuore grande mi prendesse per mano, facendomi uscire dal baratro. Ho vissuto così due anni di travaglio cercando risposte a domande dove risposte non c'erano.Ho perduto del tempo prezioso che mai nessuno mi restituirà e ancor meno ai miei figli, per accorgermi che solo un genitore come me può capire lo stato d'animo nel vedere il proprio figlio autistico. Un misto tra angoscia e impotenza, per scoprire di non poter parlare con nessuno, perdendo ogni contatto con la realtà, con la vita sociale, ed allora si diventa disabili nostro malgrado e nello specifico autistici.
Ho conosciuto Mara, una mamma e una donna straordinaria. Ho visto in lei gli occhi di una madre gonfi di dolore per l'autismo di suo figlio, senza nessuno a cui raccontarlo, con la consapevolezza di essere sola. In lei ho rivisto i stessi miei occhi. Ho rivisto quegli occhi ritornare alla speranza, a sorridere verso un suo simile, anche se solo uno sconosciuto e comprendere che insieme è possibile vincere. Insieme possiamo fare tanto, insieme possiamo aiutare i nostri figli, scendere dal titanic per risalire sull'arca....non permettere a nessuno di annullarti, noi siamo chi vogliamo essere.
Ma il vero autistico, il vero ostacolo è la politica ed i suoi rappresentanti che si mettono le dita nelle orecchie per non sentire, le mani sugli occhi per non vedere, sulla bocca per non parlare ed in mezzo alle gambe per farsi cavoli suoi. Vedendo anni fa, "rain man" pensavo, durante e dopo, a cosa avessi fatto se fosse capitato anche a me. Oggi ho tre figli di cui due autistici e mi batto per loro, vivo per loro, morirei per loro. Il senso di responsabilità dei genitori con figli autistici è elevatissimo. Non possiamo spianare loro la strada, ma costruire attraverso un duro lavoro una carta stradale con la quale possono orientarsi.
Voglio salutarvi dicendovi che questa lettera non è rivolta solo agli orfani di ideali ma si rivolge anche a coloro che vogliono cambiare il modo di guardare all'esistenza. Autismo è per tutta la vita, ma mai contro la vita”.
Alessandro C., Anpa Onlus

Fermare il declino

  • Dobbiamo fermare il declino italiano, di cui la crisi finanziaria è solo un’aggravante.
  • La classe politica emersa dalla crisi del 1992-94 - tranne poche eccezioni individuali - ha fallito: deve essere sostituita perché è parte e causa di quel declino sociale che vogliamo fermare. L’Italia può e vuole crescere nuovamente.
    Per farlo deve generare mobilità sociale e competizione, rimettendo al centro lavoro, professionalità, libera iniziativa e merito individuale. Affinché l’interesse di chi lavora – o cerca di farlo, come i giovani e tante donne – diventi priorità bisogna smantellare la rete di monopoli e privilegi che paralizzano il paese. I problemi odierni sono gli stessi di vent'anni fa, solo incancreniti: l’inefficienza dell’apparato pubblico e il peso delle tasse che lo finanziano stanno stremando l’Italia.
    10 Proposte per la crescita:
  • 1) Ridurre l'ammontare del debito pubblico. è possibile scendere rapidamente sotto la soglia simbolica del 100% del PIL anche attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.
  • 2)Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni. La spending review deve costituire il primo passo di un ripensamento complessivo della spesa, a partire dai costi della casta politico-burocratica e dai sussidi alle imprese (inclusi gli organi di informazione). Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione, introducendo meccanismi competitivi all’interno di quei settori. Riformare il sistema pensionistico per garantire vera equità inter—e intra—generazionale.
  • 3) Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni, dando la priorità alla riduzione delle imposte sul reddito da lavoro e d'impresa. Semplificare il sistema tributario e combattere l'evasione fiscale destinando il gettito alla riduzione delle imposte.
  • 4) Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali quali, a titolo di esempio: trasporti, energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche (inclusi gli assetti proprietari). Privatizzare le imprese pubbliche con modalità e obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori. Inserire nella Costituzione il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico, contro privilegi e monopoli d'ogni sorta. Privatizzare la RAI, abolire canone e tetto pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su cui il settore si regge favorendo la concorrenza. Affidare i servizi pubblici, incluso quello radiotelevisivo, tramite gara fra imprese concorrenti.
  • 5) Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti. Tutti i lavoratori, indipendentemente dalla dimensione dell'impresa in cui lavoravano, devono godere di un sussidio di disoccupazione e di strumenti di formazione che permettano e incentivino la ricerca di un nuovo posto di lavoro quando necessario, scoraggiando altresì la cultura della dipendenza dallo Stato. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.
  • 6) Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d'interesse. Imporre effettiva trasparenza e pubblica verificabilità dei redditi, patrimoni e interessi economici di tutti i funzionari pubblici e di tutte le cariche elettive. Instaurare meccanismi premianti per chi denuncia reati di corruzione. Vanno allontanati dalla gestione di enti pubblici e di imprese quotate gli amministratori che hanno subito condanne penali per reati economici o corruttivi.
  • 7) Far funzionare la giustizia. Riformare il codice di procedura e la carriera dei magistrati, con netta distinzione dei percorsi e avanzamento basato sulla performance; no agli avanzamenti di carriera dovuti alla sola anzianità. Introdurre e sviluppare forme di specializzazione che siano in grado di far crescere l'efficienza e la prevedibilità delle decisioni. Difendere l'indipendenza di tutta la magistratura, sia inquirente che giudicante. Assicurare la terzietà dei procedimenti disciplinari a carico dei magistrati. Gestione professionale dei tribunali generalizzando i modelli adottati in alcuni di essi. Assicurare la certezza della pena da scontare in un sistema carcerario umanizzato.
  • 8) Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal mercato del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e politico. Non esiste una singola misura in grado di farci raggiungere questo obiettivo; occorre agire per eliminare il dualismo occupazionale, scoraggiare la discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di assicurazione contro la disoccupazione, facilitare la creazione di nuove imprese, permettere effettiva mobilità meritocratica in ogni settore dell’economia e della società e, finalmente, rifondare il sistema educativo.
  • 9) Ridare alla scuola e all'università il ruolo, perso da tempo, di volani dell'emancipazione socio-economica delle nuove generazioni. Non si tratta di spendere di meno, occorre anzi trovare le risorse per spendere di più in educazione e ricerca. Però, prima di aggiungere benzina nel motore di una macchina che non funziona, occorre farla funzionare bene. Questo significa spendere meglio e più efficacemente le risorse già disponibili. Vanno pertanto introdotti cambiamenti sistemici: la concorrenza fra istituzioni scolastiche e la selezione meritocratica di docenti e studenti devono trasformarsi nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo.Va abolito il valore legale del titolo di studio.
  • 10) Introdurre il vero federalismo con l'attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo.Un federalismo che assicuri ampia autonomia sia di spesa che di entrata agli enti locali rilevanti ma che, al tempo stesso, punisca in modo severo gli amministratori di quegli enti che non mantengono il pareggio di bilancio rendendoli responsabili, di fronte ai propri elettori, delle scelte compiute. Totale trasparenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate da enti pubblici con l'obbligo della loro pubblicazione sui rispettivi siti Internet. La stessa "questione meridionale" va affrontata in questo contesto, abbandonando la dannosa e fallimentare politica di sussidi seguita nell'ultimo mezzo secolo.
I promotori:

Michele Boldrin, Sandro Brusco, Alessandro De Nicola, Oscar Giannino, Andrea Moro, Carlo Stagnaro, Luigi Zingales

22/07/12

L'Amore




L’amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita:
ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo.
L’amore può condurci all’inferno o in paradiso,
comunque ci porta sempre in qualche luogo.
E’ necessario accettarlo,
perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.
Se non lo accettiamo, moriremo di fame
pur vedendo i rami dell’albero della vita carichi di frutti:
non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli.
E’ necessario ricercare l’amore là dove si trova,
anche se ciò potrebbe significare ore, giorni,
settimane di delusione e di tristezza.
Perché, nel momento in cui partiamo in cerca dell’amore,
anche l’amore muove per venirci incontro, e ci salva…
Paulo Coelho, Sulla Sponda del Fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto

Delusioni



Ci sono delusioni che pesano sul cuore come macigni, andare avanti diventa difficile. Ma tu ricorda sempre che, qualunque cosa accada potranno frantumare un sogno ma non la tua capacità di rialzarti e credere che tu meriti molto di più.
Combatti e affronta la delusione con quella luce che arrriva dritta dritta da dentro di te!
(Stephen Littleword)

21/07/12

Dopo di noi?


COORDINAMENTO NAZIONALE FAMIGLIE DI DISABILI GRAVI E GRAVISSIMI
PROGETTO DI MASSIMA DEL VILLAGGIO SOLIDALE “FUTURO OGGI”
La necessità di una forma di residenzialità dedicata alle famiglie nel cui seno vive un disabile grave nasce dalla necessità di superare la progettualità tipica del “dopo di noi”, per giungere all’attuazione di un programma di più ampio respiro che ne sia propedeutico attraverso il “durante noi”.
Tale strategia consentirebbe al soggetto portatore di handicap di vivere una situazione familiare ed ambientale conosciuta senza doverla necessariamente abbandonare in modo traumatico alla naturale dipartita dei genitori.
Il progetto prevede infatti la realizzazione di unità abitative rivolte alle famiglie che, nel momento della scomparsa dei genitori, si aprono ad una forma di convivenza basata sulla solidarietà nei confronti di coloro la cui famiglia non ha potuto affrontare l’acquisto dei diritti reali di cui si parlerà più avanti, aprendosi al modello “casa famiglia” che – le numerose esperienze lo dimostrano – sembra il modello più vicino alla famiglia naturale.
Per lo sviluppo del progetto è stato individuato una località semicollinare nel Comune di Monterosi (in provincia di Viterbo a mt 276 s.l.m.), distante 1 km dal centro, circa 40 km dal capoluogo e circa 39 km da Roma, caratterizzata da bassa sismicità (zona 3) e limitrofa all’area protetta del Lago di Bracciano.
La zona, già urbanizzata e collegata alla S.S. Cassia Bis da un’ampia strada a 4 corsie, prevede la realizzazione – con licenza approvata – dei seguenti spazi:
N. 116 abitazioni indipendenti (realizzate in immobili quadrifamiliari) di 97 mq ciascuna, piu’ servizi accessori, con zona verde esclusiva di 200 mq
N. 29 locali di 70 mq. ciascuno, per la realizzazione dei servizi meglio descritti oltre
19.000 mq di spazi aperti comuni
Territorio boschivo di pertinenza del villaggio
Le abitazioni, i servizi e le aree verranno tutti realizzati ad accessibilità totale con la massima attenzione per tutte le forme di handicap (disabilità motorie, sensoriali, psichiche, etc.) e sarà autosufficiente dal punto di vista energetico attraverso la produzione di energia rinnovabile mediante l’installazione degli impianti più idonei allo scopo.
Tra i servizi presenti nel villaggio verranno previsti:
Posto di primo soccorso presidiato 24 ore su 24
Ambulatori generici e specifici per i pazienti non collaboranti
Aree ludiche e culturali
Ostello per la Gioventù
Centri di assistenza e supporto
Laboratori professionali e di avviamento al lavoro
Aree sportive
Ufficio Postale
Emittente radiofonica
Area pic-nic
Il progetto prevede la creazione di una fondazione “blindata” che gestisca i beni del villaggio sottraendoli, attraverso un’accorta elaborazione dell’atto costitutivo e dello statuto, a qualsiasi forma di sfruttamento privato a fini di lucro. Allo scopo potranno farne parte solamente i disabili residenti nel villaggio (qualora in grado di autodeterminarsi) ed i loro familiari conviventi. Potranno far parte della Fondazione anche persone che si siano particolarmente distinte in attività sociali rivolte all’handicap, con voto meramente consultivo, e di diritto i membri che l’ente finanziatore intenderà nominare.
Nella selezione del personale adibito alla conduzione del villaggio verrà data l’assoluta precedenza ai disabili residenti in grado di lavorare e ai loro familiari.
Tutti i residenti in grado di farlo avranno l’obbligo di mettere a disposizione parte del loro tempo a titolo volontario per le attività organizzate nel villaggio attraverso una Banca del Tempo appositamente costituita.
Le abitazioni verranno cedute a titolo di usufrutto alle famiglie composte dal disabile e da non più di due care-givers (solo ed esclusivamente parenti di primo grado del disabile stesso). Verranno valutati ed affrontati specificamente - in sede di stesura dello statuto - i casi di premorienza del disabile.
Alla scomparsa di entrambi i care-givers il disabile conserverà il diritto ad occupare la sua abitazione che verrà trasformata in casa-famiglia con l’accesso graduale di nuovi componenti disabili, privi di parenti care-givers.
La graduatoria di accesso al villaggio – sia per l’acquisto dell’usufrutto relativo alle unità abitative sia per l’accesso alle case-famiglia - si baserà solo ed esclusivamente sulla gravità dell’handicap del disabile e - secondariamente – sull’età dei care-givers ove presenti, a insindacabile giudizio di una commissione nominata dalla Fondazione.
Per l’acquisto del diritto di usufrutto la Fondazione attiverà apposite convenzioni per l’accesso a mutui agevolati.
Tutto quanto non espressamente indicato nel presente progetto di massima, verrà attentamente valutato nelle fasi più avanzate della programmazione, con la garanzia del rispetto dello spirito con il quale il progetto stesso è stato ideato e volto esclusivamente alla qualità di vita delle famiglie disabili e alla loro tutela nello svolgersi della vita fino al suo naturale compimento.

Ridere.....





Ridere fa solo bene. Avere senso dell’umorismo ancora di più. E dotarsi di autoironia, anche in discipline come lo sport, è il miglior rimedio contro la frustrazione. Aiuta a vedersi dal di fuori. E quindi a migliorarsi, persino fisicamente. «In un mondo in cui siamo confrontati in permanenza con la distruttività, con catastrofi personali e naturali e con il dolore, l’umorismo è uno strumento importante per portare una luce a coloro che sono colpiti da queste spiacevoli circostanze», racconta il professor Rodolfo de Bernart, ex Presidente della FIAP, la Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia. «L’umorismo», sostiene il professor de Bernart, «ci dà infatti una possibilità di sfuggire a pensieri depressivi anche se solo per un solo momento e di pensare ai problemi da un altro punto di vista».




fonte:i trucchi delle donne

15/07/12

Il Silenzio


"Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il 
silenzio spaventoso delle persone oneste.”

(Martin Luther King)

02/07/12

Morire di equità

 

«La dimensione dell’evasione fiscale è particolarmente elevata, fino a 18% del Pil, collocando il nostro Paese al secondo posto della graduatoria internazionale guidata dalla Grecia». Non pensiate che sia una delle sparate di Beppe Grillo. Sono parole di Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti. Non le ha pronunciate nel salottino di Bruno Vespa.


Gli sono uscite di bocca durante la Giornata della Giustizia tributaria celebrata alla Camera dei Deputati alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Si evade e si elude alla grande in Italia: patrimoni nascosti (magari all’estero), intestati a prestanome o a fiduciarie, redditi non dichiarati, nero …
È in questo brodo che ci si impone di rivedere l’ISEE, cioè quello strumento che viene usato per ponderare la disponibilità economica delle famiglie italiane. Ma non di tutte, solo di quelle che hanno necessità di accedere ad asili nido, prestazioni sociali agevolate, riduzione delle tasse universitarie, assistenza domicialiare. Serve a decidere se possono accedervi gratis o se devono partecipare alla spesa.

Esiste dal 98, l’ISEE. Se lo inventò un Governo di centro-sinistra con tutti i migliori intenti possibili. Alti ideali, ma scarsi strumenti …
E a 14 anni di distanza ci si è accorti che lo strumento fa acqua da tutte le parti perchè sfuggono dal conto redditi e, in larga misura, patrimoni. In pratica, in quello strumento, i furbi ci sguazzano e ci dovrebbe controllare non sa che fare.

Nella foia di salvare il Paese, il Governo dei tecnici stabilisce di risistemare lo strumento. Per equità, che ben si intenda! (Se poi si risparmia è pure meglio).
La manovra Salva-Italia stabilisce che l’ISEE debba essere rivisto facendo pesare di più i patrimoni (anche quelli all’estero) e considerando anche le somme percepite che oggi non rientrano nella denuncia dei redditi. Il Parlamento approva, con la più ampia maggioranza che la storia repubblicana ricordi.

E con questo spirito si opera: rigore ed equità! Almeno in apparenza. Ci lavora il Ministero del Lavoro, consigliato da INPS, Agenzia delle entrate e altri pezzi di apparati ministeriali. Si elaborano proiezioni, ipotesi, il tutto per un nuovo sistema finalmente efficace e giusto. Forse ...

Ma le crepe risultano evidenti da subito.
La prima riguarda i patrimoni ... prima di individuarli bisogna considerare tanti ostacoli, problemi normativi, questioni di opportunità e delicatezza … di privacy, di rischio di contenzioso. Insomma: mille prudenze.
Ad esempio … la Manovra Salva-Italia aveva previsto l’anagrafe dei conti correnti, ma ne ha riservato la consultazione solo per specifici controlli, fra i quali non esistono quelli per l’ISEE.
Ad esempio … molti patrimoni (abitazioni, ville, imbarcazioni) di persone fisiche sono intestati a società fiduciarie delle quali, grazie alla nostra normativa, non è possibile conoscere il dominus.
Ad esempio … molti patrimoni sono intestati a prestanome fittizi.
Un colabrodo! E in questo colabrodo, pensare che l’ISEE possa essere realmente efficace è pura ingenuità. Se non peggio.

Gli unici redditi davvero certi (nel senso di individuabili con certezza) sono quelli dei pensionati e dei lavoratori dipendenti. Gli altri sono, per così dire, aleatori, volatili, sfuggevoli.
Ma ci sono anche altri introiti di cui si può avere la certezza: sono le pensioni e le indennità per le persone disabili, per i non autosufficienti, sono gli assegni al nucleo familiare, sono le pensioni sociali, gli assegni di maternità…
È così facile individuarli e conteggiarli! Mentre per i patrimoni ci vogliono mille cautele e prudenze, per i redditi - e per quelli che si vogliono spacciare per tali - si può procedere speditamente.

Dall’oggi al domani, l’indennità di accompagnamento diventa un reddito al pari di quello da lavoro autonomo o da una rendita finanziaria. Con in più un vantaggio per lo Stato: l’indennità, a differenza delle rendite finanziarie, non ha alcuna possibilità di sgattaiolare durante gli occhiuti conteggi degli enti erogatori.
Diventano reddito anche i contributi per l’autonomia personale e financo i contributi per l’eliminazione delle barriere in casa o quelli per l’acquisto di un ausilio. Diventano reddito anche i voucher, cioè quei buoni in denaro che sostituiscono le prestazioni.
Dall’oggi al domani, una famiglia in cui vive una persona con grave disabilità, diventa, agli occhi dello Stato, più ricca di una in cui il disabile non c’è. A parità di reddito IRPEF.
Insomma, secondo i conteggi del Governo tecnico, avere un disabile in famiglia è segno di ricchezza.
C’è chi nasconde i capitali all’estero e chi nasconde il disabile in casa.

Ci si potrebbe anche rassegnare, tanto la riforma dell’ISEE si applica solo alle prestazioni sociali agevolate. E cosa vuoi che sia una mazzata sugli asili nido, sull’assistenza domiciliare, sui servizi alla persona …?
Il fatto è che nelle ultime ore la furia risanatrice si sta per abbattere anche sulla sanità e c’è da scommettere che dei grandi appalti, degli stipendi d’oro, delle forniture, delle ruberie, degli sprechi ci si occuperà solo a parole. Per qualche giorno.
Il primo bersaglio sarà quello più facile da centrare: la partecipazione alla spesa dei cittadini. E quindi quella grande dis-equità dell’ISEE si ripercuoterà anche su ticket, medicinali, prestazioni sanitarie.
Con buona pace di chi non si può permettere la clinica privata.

2 luglio 2012